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Cronaca Miggiano

Un'intera comunità attorno alla famiglia per l'ultimo saluto a Luca

Si sono svolti oggi pomeriggio, nella chiesa di Miggiano, i funerali di Luca Valente, il primo caporal maggiore dell'esercito di 28 anni deceduto, con altri due militari, lunedì in un incidente stradale in Afghanistan

MIGGIANO - Sono le 14.50 quando il feretro con il corpo di Luca Valente, il primo caporal maggiore dell’esercito di 28 anni deceduto, con altri due militari, lunedì mattina in un incidente stradale in Afghanistan, lascia la camera ardente nel Municipio di Miggiano. Un lungo applauso accompagna il passaggio della bara sovrapponendosi, per alcuni istanti, al suono delle campane che scandiscono i loro rintocchi di morte. L'intera comunità si è radunata nelle poche decine di metri che separano la chiesa di “San Vincenzo Levita e Martire” dalla sede del Comune. Sei commilitoni di Luca, appartenenti al 66esimo Reggimento fanteria aeromobile “Trieste”, accompagnano il feretro al carro funebre, fieri nei baschi azzurri, in una commozione composta e piena di marziale dignità. A salutare l’arrivo in chiesa, tra due ali di folla silenziosa, il picchetto d’onore della “Scuola di cavalleria” di Lecce, immobile sull’attenti, con lo sguardo e i lunghi stendardi azzurri a puntare il cielo del Salento.

foto3-6-3A celebrare l’omelia funebre, il vescovo di Ugento e Santa Maria di Leuca, monsignor Vito Angiuli, vicino alla famiglia Valente in questi giorni di lutto e profonda sofferenza. Seduti in prima fila, i genitori di Luca (il papà Pasquale e la mamma Maria) e i due fratelli, partecipano alla cerimonia funebre in un dolore raccolto e composto. Il silenzio nella piccola chiesa gremita di gente, tanto da costringere molte persone a rimanere all’esterno, è quasi irreale. Nella sua omelia il vescovo parla di amore, gioia, pietà, morte e speranza: “Luca dev’essere un pregio per tutto il Salento, quello di un fratello che si è sacrificato per noi”.

Toccanti le parole del sindaco Giovanni Damiano, che a stento trattiene le lacrime: “Saluto te, Luca, che hai visto infrangersi i tuoi sogni e le tue speranze proprio nel momento in cui quei sogni e quelle speranze stavano per spiccare il volo. La nostra Nazione e il mondo intero dovrebbero realmente interrogarsi sulle ragioni che ti hanno riportato a casa proprio in questa bara”. Alle 16.30 la bara lascia la chiesa sulle note del "Silenzio". Un lungo applauso della folla e tanti palloncini bianchi salutano per l’ultima volta Luca, un ragazzo piena di vita, che aveva lasciato la sua terra in cerca di un futuro migliore, inseguendo le sue passioni e i suoi sogni, e una divisa indossata con orgoglio. Con il corteo funebre, che a piedi si avvia verso il cimitero per la tumulazione, si spengono anche i riflettori sulla vita di un ragazzo dal sorriso dolce e dagli occhi profondi, che ha trovato la morte in un tragico incidente.

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