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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Via San Nicola

La bimba morsa dal Pit Bull non rischia l'amputazione. Denunciato lo zio di 20 anni

E' ancora al "Vito Fazzi", in gravi condizioni, con una frattura scomposta alla gamba destra, la piccola di 3 anni che ieri sera è stata azzannata dal cane mentre si trovava in casa, ospite della nonna. La sezione volanti di polizia è al lavoro per ricostruire la vicenda nel dettaglio

LECCE – E’ un ragazzo di 20 anni di Lecce il proprietario del cane di razza Pit Bull che ieri sera ha assalito la nipotina di soli 3 anni nell’abitazione della nonna. La piccola l’era stata affidata dai genitori, una coppia del capoluogo. I coniugi, per motivi di lavoro, si erano dovuti spostare fin dal pomeriggio nella zona di Gallipoli. 

Nei confronti del giovane gli agenti delle volanti di polizia, diretti dal vicequestore aggiunto Eliana Martella, hanno proceduto nelle scorse ore con una denuncia a piede libero per omissione di custodia di animali. Un atto dovuto, la segnalazione alla Procura di Lecce. A questa seguiranno successive indagini per fare chiarezza a 360 gradi sull’episodio che ha provocato ferite molto gravi alla gamba destra della piccola. Il fascicolo è ora in mano al pubblico ministero di turno, Giovanni Gagliotta.

La notizia positiva, in questa drammatica vicenda, è che la bimba sembrerebbe fuori pericolo, almeno per quanto riguarda il rischio dell’amputazione dell’arto inferiore, quello colpito con più forza dal terrificante morso del cane. Basti pensare che le mandibole di un Pit Bull possono arrivare a esercitare una pressione superiore ai 100 chili. Il timore principale, nei primi momenti, era proprio che i medici dovessero procedere alla più drastica delle soluzioni.  

Al momento la piccola è però ancora ricoverata in Rianimazione, con una frattura esposta alla gamba, e la prognosi resta riservata. Altre ferite, ma di entità inferiore, riguardano un braccio. A portare avanti le indagini, come detto, sono gli agenti di polizia delle volanti, che ieri sera sono intervenuti nell’abitazione poco dopo le 21 in via San Nicola, alla periferia di Lecce. Quando i poliziotti del quinto turno hanno raggiunto l'appartamento al pian terreno, la bimba era già stata trasportata in ospedale da alcuni vicini di casa.

Le ricostruzioni precise non sono ancora terminate, ma, rispetto alle prime, scarne informazioni di ieri, già vi sono alcuni punti che rappresentano una base di partenza su cui svolgere approfondimenti. Fra questi, in particolare, la versione della nonna, secondo la quale il cane, qualche istante prima della tragedia, si sarebbe trovato nel giardino. Da qui si sarebbe però introdotto all’interno con un balzo improvviso, nel momento in cui la donna si stava apprestando a chiudere le finestre.

La bimba, in quegli attimi, si sarebbe trovata seduta sul divano in cucina, immersa nei suoi giochi. Un istante dopo, l’aggressione con i violenti morsi. Invano la donna avrebbe cercato di staccarlo. Le sue urla di terrore hanno di certo attirato i residenti delle case vicine e, in particolare, da un’abitazione dirimpetto, si sono precipitati dentro alcuni vicini che sono riusciti a portare il Pit Bull in un angolo e a salvare quindi la bimba dalle sue fauci.

Subito dopo, si è deciso di correre in auto verso l’ospedale “Vito Fazzi”, non attendendo nemmeno che arrivasse il personale sanitario del 118 in ambulanza. La situazione deve essere parsa di una tale gravità da non voler perdere nemmeno un secondo. In tutto questo, sembra che il 20enne proprietario del cane non si trovasse nemmeno sul posto, ma fosse uscito poco prima, per poi sopraggiungere più tardi. Il giovane è stato identificato e quindi indagato poco dopo l'arrivo delle volanti. Sarà la Procura, ora, a stabilire le effettive responsabilità. 

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