La Dia confisca i beni di Polimeno del clan Tornese
Si tratta dell'atto definitivo. Il provvedimento è stato emesso dalla Corte d'appello di Lecce a seguito della proposta del procuratore Motta. Il valore complessivo ammonta ad oltre 1 milione di euro
MONTERONI DI LECCE - Ancora un colpo della Direzione investigativa antimafia, che dopo le operazioni dei giorni scorsi fra Aradeo (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=25173) e Monteroni (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=25353), è tornata in quest'ultimo comune per mettere in atto la confisca definitiva dei beni mobili e immobili riconducibili a Luciano Polimeno, 49enne di Monteroni di Lecce, già condannato per aver fatto parte del clan mafioso dei fratelli Tornese.
Il provvedimento di confisca è stato emesso dalla Corte d'appello di Lecce a seguito della proposta di misura personale e patrimoniale avanzata dal procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, a conclusione di indagini patrimoniali svolte dalla sezione operativa di Lecce.
La Dia ha dunque accertato una manifesta sproporzione tra gli esigui redditi dichiarati da Polimeno e il suo patrimonio, costituito da un attività di commercio all'ingrosso di abbigliamento, un'abitazione e quattro autovetture. I beni, acquisiti direttamente al patrimonio dello Stato, saranno gestiti dall'Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati alla mafia. Saranno infine destinati a scopo di tipo sociale. Il valore complessivo dei beni ammonta ad oltre 1 milione di euro.
Il provvedimento di confisca è stato emesso dalla Corte d'appello di Lecce a seguito della proposta di misura personale e patrimoniale avanzata dal procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, a conclusione di indagini patrimoniali svolte dalla sezione operativa di Lecce.
La Dia ha dunque accertato una manifesta sproporzione tra gli esigui redditi dichiarati da Polimeno e il suo patrimonio, costituito da un attività di commercio all'ingrosso di abbigliamento, un'abitazione e quattro autovetture. I beni, acquisiti direttamente al patrimonio dello Stato, saranno gestiti dall'Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati alla mafia. Saranno infine destinati a scopo di tipo sociale. Il valore complessivo dei beni ammonta ad oltre 1 milione di euro.