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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Taurisano

La famiglia dell'infermiera non si dà pace: "Una sentenza dura e difficile da capire"

Non si dà pace, la famiglia di Lucia Bartolomeo per la quale è arrivata la conferma dell'ergastolo, secondo pronunciamento della Corte d'assise d'appello di Taranto. Sullo sfondo la vicenda della morte del marito, Ettore Attanasio

 

TAURISANO – Non si dà pace, la famiglia di Lucia Bartolomeo, l’infermiera di Taurisano per la quale è arrivata la conferma dell’ergastolo, secondo pronunciamento della Corte d’assise d’appello di Taranto. Sullo sfondo, la vicenda della morte del marito, Ettore Attanasio, secondo gli inquirenti provocato volontariamente dalla donna con una dose letale di eroina, mentre questi era già gravemente malato e confinato nel suo letto.

“Nonostante la Suprema Corte di Cassazione di Roma avesse messo in discussione, in data 15 Novembre 2011, la sentenza di secondo grado pronunciata dal Tribunale di Lecce, che sanciva la condanna all’ergastolo per Lucia Bartolomeo, ed avesse disposto un nuovo processo a Taranto, la situazione non è cambiata. Il giudice del Tribunale di Taranto, dopo solo tre ore di camera di consiglio, ha riconfermato la condanna, ha ribadito la colpevolezza dell’infermiera, senza nemmeno considerare che lo stesso pubblico ministero, l’accusa, nel richiedere una condanna minore di 24 anni. Ora dovrà fornire le motivazioni”. Questo l’incipit di una lettera dei parenti più prossimi della donna.

“Quest’odissea giudiziaria, insomma, non trova pace, non giunge ad un esito diverso”, prosegue la missiva. “Vero è che gli avvocati di Lucia Bartolomeo, l’avvocato Pasquale Corleto e l’avvocato Silvio Caroli del Foro di Lecce, ricorreranno a ricorso in Cassazione, non appena le motivazioni saranno rese pubbliche, ma è altresì vero che questa sentenza pesa come un macigno su Lucia Bartolomeo e tutta la sua famiglia. I sentimenti di speranza e di positività che hanno accompagnato questo lungo anno grazie alla sentenza della Suprema Corte Penale, si sono purtroppo affievoliti e hanno lasciato il posto alla rabbia, alla delusione, alla disperazione che la famiglia Bartolomeo grida, pur non mollando la presa, continuando a lottare, sperare e credere che la giustizia farà il suo giusto corso”.

“Per Lucia Bartolomeo, la sentenza è dura, inattesa, difficile da comprendere ed accettare. Ora, in attesa delle motivazioni della Corte di Assise di Appello, ci si prepara al ricorso con la stessa grinta e volontà di far emergere la verità”, conclude la lettera.

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