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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Porto Cesareo

La pedana si "sposta" e la vernice macchia gli scogli: scatta il sequestro

Era ancora in fase d'ultimazione, a Punta Prosciutto, e avrebbe dovuto ospitare sdraio e ombrelloni. Ma, rispetto alle autorizzazioni, quella struttura si trovava in un punto diverso, compromettendo il paesaggio e la vegetazione. Sul posto i carabinieri di Campi Salentina

PORTO CESAREO – Non si ferma l’ondata di controlli nella zona di Porto Cesareo e anche oggi i carabinieri della compagnia di Campi Salentina, coordinati dal capitano Nicola Fasciano, hanno proceduto ad un controllo culminato con un sequestro preventivo. Un provveimento svolto d’iniziativa. E una vicenda che fa il paio con i sigilli apposti alla discoteca Just di Otranto. Due "colpi" in un solo giorno.

La struttura sulla quale si sono posate le attenzioni dei militari di Campi, sorge a Punta Prosciutto, in un suggestivo tratto di costa. Si tratta di una piattaforma di ferro e legno di circa 70 metri quadri. Ancora non era stata ultimata, ma era comunque già in fase d’installazione su di un’area demaniale, realizzata da Q.G., in difformità rispetto a quanto autorizzato nel permesso a costruire rilasciato dall’ufficio tecnico del Comune di Porto Cesareo. 

La struttura, che doveva ospitare ombrelloni e sdraio, sarebbe stata spostata di circa 4 metri e mezzo rispetto a quanto autorizzato. Non è affatto un dettaglio, perché era arrivata ad occupare per due terzi la scogliera a ridosso del mare e si presentava con una vistosa ringhiera in ghisa, non solo non prevista nell’autorizzazione paesaggistica, ma addirittura vietata dalle prescrizioni presenti nel permesso a costruire. Prescrizioni violate anche in altri due punti, secondo quanto rilevato dai carabinieri: si sarebbero dovute utilizzare vernici ecologiche, al posto di quelle comuni, che in molti punti non proteggono dalla ruggine. E la vernice, a quanto pare, era persino sgocciolata sugli scogli. macchiandoli di marroncino.

Inoltre, la collocazione  della struttura avrebbe dovuto preservare la vegetazione presente. Sarebbe invece stata compromessa proprio a causa dell’allocazione sugli scogli. Infine, la struttura apparirebbe inagibile poiché su basi precarie e sconnesse. I reati ipotizzati: abuso edilizio, occupazione di suolo demaniale e deturpamento di bellezze naturali.

Nei giorni scorsi, intanto, il Tribunale del Riesame, concordando con gli investigatori ed il sostituto procuratore Antonio Negro, ha rigettato l’istanza di dissequestro presentata dal legale del titolare dello stabilimento balneare Goa. Uno dei tanti finiti nel mirino.

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