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Cronaca Parabita

La pistola dell'agguato era vicino casa dell'assassino

Parabita: i carabinieri hanno rinvenuto questa mattina in un canale di scolo in contrada Tuli una "Steyr" del 1915 in pessime condizioni. Un modello calibro 9 da otto colpi. Cinque risultano sparati

Il presunto responsabile dell'omicidio è da ieri rinchiuso in carcere. Vincenzo De Salve, 55enne originario di Casarano, residente a Parabita. Reo confesso, dopo aver sparato a bruciapelo, uccidendolo, Giorgio Romano, 61enne, originario della vicina Matino, ma da anni residente anch'egli a Parabita. Mancava all'appello l'arma del delitto, gettata da De Salve in seguito alla fuga a bordo della sua Fiat Uno. Rastrellamenti continui, fin da ieri, hanno portato questa mattina alle 10 i carabinieri di Casarano al rinvenimento di quella che dovrebbe essere l'arma utilizzata. Si trovava nelle campagne adiacenti l'abitazione di De Salve, in contrada "Tuli", all'interno di un canale di scolo delle acque piovane.

La pistola, una "Steyr" del 1915, era in pessime condizioni. Si tratta di una calibro 9 con un serbatoio di otto colpi complessivi. Al momento del rinvenimento presentava un colpo in canna e due all'interno. Cinque risultano sparati. Tutti elementi che fanno propendere che si tratti, appunto, dell'arma usata per l'omicidio, anche sulla base dei primi rilevamenti. In ogni caso, dopo essere stata repertata, sarà sottoposta agli accertamenti di rito. L'omicidio è maturato nella prima mattinata di ieri in un capannone commerciale di proprietà di Romano, all'ingresso di Parabita, sulla strada che porta ad Alezio. De Salve sarebbe giunto con la sua Fiat Uno. Alla base, un caso che affonda le radici nelle aste giudiziarie. Secondo le ricostruzioni effettuate fino a questo momento dai carabinieri della compagnia di Casarano, all'assassino, macellaio, erano stati pignorati alcuni beni. Fra questi, una macelleria, acquisita da Romano a giugno.

Il tentativo di rientrare in possesso di parte delle sue proprietà sarebbe quindi il motivo di screzi fra i due, culminati nell'omicidio. Il cancello del capannone dove si trovava il 61enne era aperto. De Salve avrebbe fatto fuoco da una distanza di circa 4 metri. La vittima è stramazzata per terra piegata sul lato sinistro, davanti alla sua Mercedes Cls di colore grigio. Dopo, De Salve si sarebbe allontanato, sgommando e destando l'attenzione di uno dei due operai appena giunti nel fabbricato per alcune ristrutturazioni. L'auto del presunto omicida è stata notata anche da un secondo testimone davanti al vicino Eurospin. Tutte indicazioni tornate utili agli inquirenti per arrestare nel giro di poche ore De Salve.

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