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Cronaca

La rivolta dei restauratori: inapplicate le norme del codice degli appalti

Fillea in piazza a Lecce per sensibilizzare i cittadini sul problema del lavoro sottopagato nel settore dei beni culturali

LECCE - Il sindacato di Fillea Cgil si è fatto sentire in piazza Sant’Oronzo per difendere i diritti e il contratto dei lavoratori del restauro dei beni culturali.

Lecce è una delle principali città italiane scelte dalla Fillea per la campagna nazionale (dopo Roma e Napoli nei giorni scorsi, il 27 dicembre l’iniziativa sarà a Venezia). Si tratta di una mobilitazione che coinvolge cittadini e turisti attraverso volantini multilingue e cartoline che saranno firmate e consegnate al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini.

Il sindacato ha optato per una comunicazione innovativa, capace di catturare l'attenzione dei cittadini. Tra i cantieri dei beni culturali scelti come immagine per le cartoline della Fillea, infatti, vi è anche il santuario del Santissimo Crocifisso della pietà di Galatone: “Gli stipendi percepiti dai lavoratori impegnati per il restauro di questo edificio - si legge nel messaggio della cartolina -, patrimonio artistico e culturale del nostro paese, sono inferiori al dovuto per centinaia di euro”.

“Nell’appalto per il restauro di questo bene culturale - continua il testo - non è stato applicato il contratto nazionale sottoscritto dalle parti sociali più rappresentative a livello nazionale, come previsto dal nuovo codice degli appalti e dal ministero del lavoro, ma un contratto sottoscritto da organizzazioni minori che riduce i diritti e taglia i salari”.

“Ministro Franceschini, – conclude il testo della cartolina – perché il Mibact non fa rispettare le norme del nuovo codice degli appalti?”. 

“Il nuovo codice degli appalti e una nota del ministro del Lavoro - spiegano dalla Fillea - stabiliscono che, nei lavori oggetto di appalti pubblici e concessioni, è applicato il contratto collettivo nazionale del settore stipulato dalle organizzazioni datoriali e sindacali più rappresentative sul piano nazionale. Ciò non avviene in molti cantieri di restauro, dove spesso si applica un contratto sottoscritto da organizzazioni meno rappresentative che declassa e fa perdere diritti e salario già acquisito da decenni dai lavoratori del settore. Un contratto quindi che rischia di penalizzare ulteriormente chi è già vessato dalla precarietà".

La data della consegna è il 5 gennaio e i sacchi, pieni sia di cartoline che di carbone, saranno recapitati al ministero dei Beni culturali dalla “Befana dei restauratori”.

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