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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Viale Giacomo Leopardi

La sbarra cedette, rimase ferito. Forse un errore di manutenzione: operai indagati

Il pm Guglielmi, dopo gli accertamenti, ha iscritto nel registro degli indagati tre dipendenti della ditta incaricata dal Comune di svolgere alcuni lavori. Alla base dell'incidente del dicembre 2011, forse una molla non avvitata

LECCE – Tre operai della ditta Sud Segnal srl sono indagati per lesioni colpose, in relazione all’episodio risalente al 29 dicembre del 2011, quando un leccese, Enrico Mizzi, 50enne, rimase ferito in pieno volto, a causa dell’improvviso abbassamento della sbarra d’accesso al sottopassaggio di viale Leopardi. Mizzi, la mattina di quel giorno, stava transitando con il suo scooter Liberty 125. All’improvviso, il braccio meccanico – regolato da un meccanismo interno, che si sarebbe dovuto attivare solo in caso di allagamento della sottovia – venne giù, colpendo. Per fortuna, l’uomo indossava regolarmente il casco, e questo gli impedì di subire danni ancor più gravi.

Sulla vicenda, il suo legale, l’avvocato Giuseppe Milli, presentò un esposto alla magistratura. Ora, dopo tutti gli accertamenti, svolti con l’aiuto di un perito nominato dalla Procura, l’ingegner Antonio Vernaleone, e due della stessa parte interessata, il pubblico ministero Paola Guglielmi ha rilevato la possibilità che i tre operai della ditta incaricata dal Comune, i quali circa mezzora prima avevano svolto una manutenzione, potessero non aver avvitato a regola d’arte una grossa molla all’interno del motore, che regola il meccanismo dell’asta. Questa, infatti, si abbassò improvvisamente di circa 45 gradi, colpendo prima il parabrezza dello scooter e poi, di rimbalzo, il volto di Mizzi.

L’uomo fu sbalzato dal mezzo a due ruote e perse per qualche minuto conoscenza, dopo aver urtato con violenza per terra ed essere rotolato verso il fondo del sottopassaggio. Trasportato in codice rosso all’ospedale “Vito Fazzi”, fu sottoposto a un esame tomografico alla testa. Nell'incidente Mizzi riportò la frattura del setto nasale.

Il sistema all'ingresso della sottovia prevedeva che, in caso di forti piogge, vi fosse l'abbassamento della sbarra per bloccare il traffico in ingresso. Una chiusura che doveva essere preceduta dall'accensione delle sirene e da un allarme sonoro, per dare il tempo agli automobilisti - circa 60 secondi - di fermarsi prima dell'ostacolo artificiale. Il meccanismo che regola le sbarre, dal giorno dell’incidente che coinvolse lo sfortunato 50enne leccese, ovviamente, è stato spento.

Tutto il sistema di sicurezza fu installato per prevenire il ripetersi di tragedie come quella che il 21 giugno del 2009 portò alla morte dell'avvocato Carlo Andrea De Pace, e successivamente ad altri incresciosi incidenti (per fortuna senza vittime) e fu collaudato definitivamente il 27 dicembre del 2010.

La mattina del 29 dicembre 2011, gli operai lo sottoposero ad una manutenzione, ma qualcosa, come ravvisato dalla Procura, potrebbe essere andato storto. Gli operati furono identificati dagli agenti di polizia municipale. Nell’immediato, in attesa di fare chiarezza su quali potessero essere le responsabilità, fu aperto un fascicolo contro ignoti. E’ stato poi accertato in maniera definitiva che quella mattina svolsero alcuni lavori, dopo che il pubblico ministero ha acquisito i brogliacci della Sud Segnal srl. Da qui, l’iscrizione degli operai nel registro degli indagati. 

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