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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

La voce degli Ultrà Lecce: "Ecco la nostra verità"

Per la prima volta in via ufficiale la Curva Nord rilascia la sua versione sulla protesta che ha spento i cori e fatto sparire gli striscioni: "Colpiti da normative assurde e anticostituzionali"

Non accadeva da tempi immemori. E probabilmente è la prima comunicazione ufficiale mai rilasciata dagli "Ultrà Lecce", che fino ad oggi hanno sempre mantenuto un fermo distacco nei confronti della stampa, in qualsiasi situazione si siano venuti a trovare, di fronte ai pubblici elogi per il loro infaticabile sostegno alla squadra, o in caso di segnalazioni per le diffide comminate in diverse situazioni dalla polizia di Stato ad alcuni fra i loro esponenti. Ora, però, soprattutto di fronte a molte bocche storte per il silenzio che è piombato negli ultimi tempi nello stadio di "Via del Mare", dove non campeggiano neanche più gli storici striscioni che fino a pochi mesi addietro tingevano la curva di giallorosso, hanno deciso di parlare. Ed hanno scelto, in maniera significativa, proprio l'ultima di campionato, a giochi fatti, con il Lecce già salvo da tempo.

Da più parti si riteneva infatti che alla base della protesta silenziosa vi fossero attriti con la società del patron Semeraro per una stagione che non ha assunto la piega sperata e che s'è conclusa con un avvicendamento in panchina (Papadopulo per Zeman), l'epurazione di parte di molti elementi del gruppo originario e l'innesto di nuovi arrivi. Ma non sarebbe esattamente così. Nel senso che gli inviti a rinforzare la formazione, restano. Ma c'è anche e soprattutto dell'altro. In mattinata, dunque, un incontro chiarificatore con i calciatori (capitan Zanchetta in testa), ai quali i tifosi della Curva hanno esposto la loro verità, per poi rilasciare un comunicato, scegliendo LeccePrima come prima fonte alla quale rivolgersi. Gli "Ultrà Lecce", che più volte hanno ufficiosamente lasciato la loro versione, fatta circolare soprattutto fra il popolo dello stadio attraverso il tam-tam del passaparola, hanno quindi deciso che è giunto il momento di dare corpo, nero su bianco, alle loro ragioni. "Ancora una volta - spiegano - ci troviamo a dover spiegare i motivi del ‘silenzio' in Curva Nord, non dovuto alle prestazioni del nostro Lecce, bensì all'incostituzionalità di alcuni punti del nuovo decreto anti-violenza che ha reso la nostra Curva spoglia di colore e passione".

Il decreto, partorito in seguito ai gravi incidenti di Catania in occasione del derby con il Palermo del 2 febbraio scorso, durante il quale, in circostanze ancora non del tutto chiarite, perse drammaticamente la vita l'ispettore di polizia Filippo Raciti, ha portato ad un inasprimento dei controlli che viene vissuto con un disagio non certo nascosto da parte di molti movimenti ultras italiani, ma anche dai più comuni sostenitori di altri settori che non siano solo le curve. "A partire dal 31 marzo - dicono gli ultras leccesi - è proibito far entrare ed esporre qualsiasi tipo di materiale Ultrà Lecce: striscione, bandiera, sciarpa e maglietta". E ancora, è fatto divieto di "incitare la propria squadra con folklore e passione, in piedi nelle vicinanze della balaustra o sui seggiolini e creare qualsiasi tipo di aggregazione ultras, reprimendo la libertà di pensiero e di espressione".

Un'accusa piuttosto forte, la loro, che prosegue rincarando la dose: "La violazione di queste assurde normative ha causato una pioggia di denunce e multe, mirate a colpire ed a decimare solo ed esclusivamente il nostro settore. Sono stati, infatti, denunciati e diffidati alcuni ragazzi, rei di incitare la propria squadra in piedi e di indossare la sciarpa o la maglietta con la scritta ‘Senza padroni' (in allegato a questo articolo, in formato Pdf e scaricabile in basso, la copia di una delle denunce comminate e che gli "Ultrà Lecce" ci hanno mostrato, omettendo chiaramente i nomi degli interessati, Ndr). Il prossimo anno, per chi non lo sapesse - proseguono -, ricorre il centenario della nostra squadra che non potrà certo essere festeggiato in un clima di ostilità, in uno stadio sempre e comunque ‘grigio', vuoto e privo del calore che ci ha contraddistinti, ovunque. Niente e nessuno arresterà il nostro pensiero - avvisano, concludendo con uno dei loro più classici slogan: non ci avrete mai come volete".

Una copia di un verbale

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