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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Ancora in strada 70 lavoratori ex Bat. Temono la cassa integrazione

Decine di operai ex Bat sono tornati fuori dai cancelli dello stabilimento dove si producevano sigarette per confrontarsi con la vice presidente della Regione, Loredana Capone. Riproposti i dubbi su una riconversione che non parte

LECCE - Per la seconda volta in una settimana, decine di lavoratori ex Bat, ora Ip Korus, sono usciti dalla porta principale dello stabilimento per esternare ancora una volta la propria rabbia rispetto ad un piano di riconversione presentato, annunciato e, di fatto, rinviato. Il tutto mentre dall'altro lato della strada commercianti e residenti non nascondevano la propria esasperazione per dei lavori che stanno creando diversi disagi.

Le attività dovevano ripartire, nei locali di quello che fino a due anni addietro era uno dei principali stabilimenti di tabacco d'Europa, già a metà aprile, come avevano assicurato i nuovi vertici aziendali che fanno capo al senatore del Pdl, Filippo Piccone. Il ritardom però, accresce le preoccupazioni delle 70 maestranze che, peraltro, si sentono figli di un dio minore dal momento che per gli ex colleghi assunti da Iacobucci e Hds, le altre due aziende coinvolte nella riconversione del tabacchificio, le prospettive anche a breve termine sembrano molto più chiare e solide. 

bat1-2Lamentano di passare ore e ore senza fare nulla, non avendo nemmeno un numero sufficiente di sedie. Lo denuncia Germano Musio, della Rsu Cisl, attorniato dagli altri lavoratori, alla vice presidente della Regione, Loredana Capone. Hanno seguito un corso di formazione da novembre a febbraio per imparare a montare e smontare le persiane ma, al momento, hanno le braccia incrociate. Non hanno ancora nemmeno i nuovi macchinari che dovrebbero riempire il vuoto lasciato da quelli utilizzati in passato per le sigarette. In fondo, la loro paura è che questa inattività posso prolungarsi ancora e, addirittura, sfociare nella cassa integrazione: "Non vogliamo essere assistiti, vogliamo lavorare. Per farlo abbiamo rinunciato anche all'incentivo all'esodo. 

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