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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Corsano

Lavori in una scuola in odor di tangente, otto indagati. C’è anche l’ex sindaco

La Procura di Lecce ha puntato i riflettori su una gara per interventi di riqualificazione in una scuola elementare di Corsano. Per l’accusa, fu pilotata in cambio di 20mila euro

CORSANO - C’è odor di tangente dietro ai lavori di una scuola elementare di Corsano, per i quali sono indagate otto persone, incluso l’ex sindaco Biagio Martella, di 52 anni. Oltre a lui, nell’avviso di conclusione delle indagini firmato dal pubblico ministero Roberta Licci, compare anche il fratello Giorgio, di 47anni, l’ingegnere Sebastiano Chiarello, 41, di Tricase, l’architetto Chiara Chiarello, 32, residente ad Alessano, Antonio Bleve, 53, di Corsano, quale dirigente dell’ufficio tecnico, l’ingegnere Emiliano Zampironi, 46, di Gagliano del Capo e gli architetti Fernando Zocco, 60, di Tricase, e Antonio Bisanti, 59, di Corsano.

Secondo l’ipotesi accusatoria, tutto sarebbe scaturito dal seguente accordo: Sebastiano Chiarello si sarebbe occupato del progetto preliminare (datato 11 maggio 2015) per un importo di 985mila euro con il quale il Comune partecipò al bando della Regione Puglia predisposto per il recupero e la riqualificazione del patrimonio infrastrutturale degli istituti scolastici pugliesi, con la promessa di ottenere in cambio la direzione dei lavori in una scuola elementare del paese. 

La paternità del progetto se la sarebbe attribuita il dirigente comunale Bleve, lo stesso che in seguito, proprio in considerazione del patto, dispose, con la determina del 5 aprile 2017, un bando di gara per la progettazione definitiva con oggetto “l’adeguamento sismico dell’edificio scolastico, la ristrutturazione della palestra, adeguamento e attrezzatura refettorio e cucina, impianto antincendio finalizzato all’ottenimento del certificato” per una cifra complessiva di 99mila 355 euro, quindi di poco inferiore alla soglia di 100mila euro che avrebbe imposto una gara a evidenza pubblica.

Come contropartita, però, il professionista per essere il “prescelto” su tutti i partecipanti avrebbe dovuto versare una tangente di 20mila euro. A pretenderla, sempre secondo l’accusa, sarebbe stato il primo cittadino: la somma avrebbe dovuto essere versata da Zampironi a Chiara Chiarello che, secondo le indicazioni dei pubblici ufficiali, avrebbe dovuto essere indicata nell’offerta come collaboratrice della redazione del progetto definitivo, e che a sua volta avrebbe provveduto a consegnarla in contanti al fratello del sindaco.

Quanto agli altri indagati, dall’accordo, Bisanti, che aveva redatto una parte del progetto preliminare, avrebbe ottenuto l’incarico come consulente esterno nella progettazione definitiva. Questo con Fernando Zocco risponde anche di turbata libertà degli incanti perché quando Chiarello manifestò l’intenzione di non partecipare alla gara pilotata, lo avrebbe minacciato per sollecitarlo a presentare la domanda con frasi del tipo: “Sebastiano tu sei giovane, se ti comporti in questa maniera sarai tagliato fuori per sempre da tutti i lavori pubblici”.

L’inchiesta in cui sono ipotizzati, a vario titolo, i reati di corruzione per un atto contrario ai propri doveri d’ufficio e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, oltre che di turbata libertà degli incanti, è nata dopo un esposto anonimo arrivato ai carabinieri poco prima dell’apertura delle buste.

Ora gli indagati avranno venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati, acquisire atti di indagine, presentare memorie e produrre documenti, attraverso i difensori, gli avvocati Luciano De Francesco, Luigi Covella, Francesco Nutricati, Cristiano Solinas, Luca Puce, Antonio Frisullo e Mario Simonetti.

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