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Cronaca Martano

Lavori non ultimati nel poliambulatorio di Martano, arrestati due funzionari Asl

Ai domiciliari sono finiti questa mattina Fiorenzo Pisanello, 66 anni di Lecce, e Antonio Leo, 56, di Soleto. Notificati altri cinque avvisi di garanzia. Un imprenditore è stato “sospeso” per un anno

MARTANO - Sulla carta i lavori risultavano ultimati nel 2015, ma di reale ci sarebbero stati solo i soldi, tanti, erogati da enti pubblici. E’ quanto sostiene l’inchiesta sul poliambulatorio di Martano non a caso denominata “Unfinished work”, svolta dai finanzieri della compagnia di Otranto e coordinata dal pubblico ministero Alessandro Prontera che oggi ha ottenuto l’arresto di due funzionari Asl di Lecce.

Ai domiciliari, su ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Simona Panzera, sono finiti il responsabile dell’area gestione tecnica della Azienda sanitaria e responsabile unico del procedimento, oggi in pensione, Fiorenzo Pisanello, 66 anni, di Lecce, e Antonio Leo, 56, di Soleto, all’epoca dei fatti in servizio presso la stessa area tecnica e direttore dei lavori di ristrutturazione e dal gennaio 2020 dipendente come funzionario amministrativo presso l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico “De Bellis” di Castellana Grotte, a Bari.

Nello stesso procedimento, in cui sono ipotizzati a vario titolo i reati di peculato, abuso d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture, falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, risultano indagati, con altri, anche: Francesco Reddavide, 67 anni, di Adelfia (Bari), socio, amministratore unico e rappresentante legale di “Atitecnica85 srl”, a Brindisi, colpito dal divieto di esercitare attività d’impresa per un anno; il direttore di cantiere, in rappresentanza della società mandante “Electra srl” dell’Ati esecutrice dei lavori Gaetano Natuzzi, 39 anni, di Gioia del Colle (Bari), e gli amministratori dell’Ati Cosimo Partipilo, 49, di Modugno (Bari), e Salvatore Martinelli, 60, di Taranto, nei riguardi dei quali, il gip non ha disposto alcuna misura, ritenendo che allo stato non ci siano esigenze cautelari.

L’avviso di garanzia è stato notificato in mattinata anche a Pantaleo Chiriacò, 64 anni, di Sternatia, in qualità di professionista esterno coinvolto nel progetto esecutivo dei lavori di ampliamento finanziati tramite Por, che risponde di favoreggiamento personale perché avrebbe aiutato i due pubblici funzionari a eludere le indagini.

Indagini che avevano preso le mosse, nel 2017, da un’attività ispettiva dei militari finalizzata all’accertamento di un danno erariale di oltre tre milioni 250mila euro, per la mancata apertura, secondo i tempi previsti da contratto, della nuova struttura destinata ad ospitare più servizi come guardia medica, 118, sert, dialisi. Dagli accertamenti sarebbero così emersi illeciti di varia natura.

In particolare per il progetto di ampliamento del complesso immobiliare, la Asl di Lecce era stata ammessa a un finanziamento in conto capitale di quattro milioni di euro, e l’appalto dei lavori venne affidato a “corpo”, quindi con l’impossibilità da parte dell’impresa di modificare il prezzo, il 22 novembre del 2011 all’Ati “Edilmat” srl. Dall’analisi della documentazione, atti come la perizia suppletiva redatta successivamente da Leo e Pisanello, la certificazione con cui si attestava la fine dei lavori datata 28 ottobre 2015, il collaudo statico della nuova struttura del 16 gennaio 2017, sarebbero stati menzogneri.

Questo alla luce del fatto che i finanzieri con i loro occhi constatarono come nella struttura, nel piano seminterrato (da destinarsi a risonanza magnetica, farmacia e Sert), parte dei locali fosse ancora allo stato grezzo, gli impianti elettrici non ultimati e privi di intonaco, di pavimenti, di porte interne e la presenza di infiltrazioni d’acqua. Non solo. Durante un sopralluogo dei vigili del fuoco, furono riscontrate anche diverse inadeguatezze alla normativa antincendio (come la mancanza di 56 porte).

Oltre all’analisi dei documenti e alle ispezioni, si sono rivelati fondamentali alle indagini l’ascolto di persone informate sui fatti e le intercettazioni telefoniche e ambientali, alcune delle quali contenute nelle 148 pagine di ordinanza di custodia cautelare della giudice Panzera, davanti alla quale nelle prossime ore si presenteranno i due arrestati per sostenere l’interrogatorio di garanzia.

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