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Cronaca

In nero un lavoratore su quattro. E tre locali della movida corrono ai ripari

In campo l'Ispettorato nazionale del lavoro. Due persone denunciate per aver impiegato cittadini bengalesi privi di permesso di soggiorno e retribuiti con soli 15 euro al giorno

LECCE – Tre locali pubblici della movida leccesi sanzionati e colpiti da sospensione dell'attività fino a regolarizzazione, un’azienda artigiana completamente sconosciuta alla pubblica amministrazione, due lavoratori extracomunitari impiegati nei campi per soli 15 euro al giorno.

Sono di diverso tipo, e numerose, le zone d'ombra emerse nell’ambito delle attività di controllo dell’Ispettorato nazionale del lavoro, che dal primo gennaio ha assunto tutte le funzioni di vigilanza. Il personale civile e militare – presso l’ente è operativo infatti un nucleo di carabinieri – ha effettuato ben 89 ispezioni su tutto il territorio provinciale, con particolare attenzione ai settori dell’industria, della ristorazione, del commercio e dei servizi.

Il bilancio è spietato: la posizione di 33 lavoratori su 141 appartenenti alle aziende controllate è risultata completamente in nero, praticamente quasi una su quattro. In un’unica operazione effettuata con l’impiego di 32 ispettori sono state passate al setaccio 9 aziende (sette i lavoratori in nero) site nel comune di Trepuzzi ed è proprio una di queste, operante nel settore del legno, quella di cui non si aveva nessuna contezza amministrativa. Immediata conseguenza dello status quo la sospensione dell’attività.

Un'imprenditrice agricola e il marito sono stati denunciati a piede libero per aver impiegato in agro di Alessano due cittadini bengalesi, sprovvisti di permesso di soggiorno valido e retribuiti con appena 15 euro al giorno. Nei locali della movida leccese, invece, sono stati trovati sei lavoratori in nero e, come anticipato, sono state tre le attività nei confronti delle quali è scatatta la sospensione, venuta meno poi il giorno successivo alle verifiche con la regolarizzazione delle posizioni irregolari scoperte.

Particolare attenzione è stata riservata anche alle imprese di onoranze funebri: sei addetti su dieci sono risultati a nero. Dall'inzio dell'anno sale a 12 il numero di aziende colpite dalla sospensione dell'attività. Il provvedimento scatta quando il numero degli occupati in nero supera il 20 per cento di quello totale.

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