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Cronaca

Discoteche, pub e ristoranti sul mare: l'estate nera dei lavoratori senza contratto

Otranto, Gallipoli e Castro: al setaccio 15 imprese impegnate nella ristorazione, nell'intrattenimento danzante, ma anche ditte di vigilanza e di sicurezza. Venti lavoratori in nero, 44 gli illeciti amministrativi accertati e 75mila euro di sanzioni

LECCE – La piaga del lavoro nero male odora soprattutto nel periodo estivo. Quando la stagione calda apre i battenti al turismo, con la miriade di  locali notturni che si affacciano sul mare, disco-pub, chioschi, bar, luoghi deputati al divertentismo e i cui titolari sperano nel botto stagionale. E poi, chi s’è visto s’è visto. Ma questa volta, i controlli avviati all’inizio dell’estate dalla Direzione territoriale del lavoro di Lecce, diretta da Virginio Villanova, e dai i militari del Nucleo carabinieri ispettorato del lavoro nei confronti delle aziende operanti nel settore turistico – alberghiero, hanno alzato il velo sul dramma del lavoro irregolare. 

Al setaccio 15 imprese impegnate soprattutto nella ristorazione, nell’intrattenimento danzante, ma anche specializzate nella fornitura di servizi di vigilanza e sicurezza. Nelle zone interessate ai controlli, sia sul litorale adriatico che su quello ionico e in particolare Otranto, Gallipoli e Castro, gli ispettori e i carabinieri del Nil hanno accertato l’occupazione irregolare di 30 lavoratori, di cui 20 completamente in nero. In particolare in un locale dovetutti erano in pista con la musica sparate dalle casse, gli ispettori hanno identificato 10 lavoratori sprovvisti di qualsivoglia copertura previdenziale e assicurativa, mentre in un altro caso la ditta che si occupava del servizio di sicurezza impiegava in nero ben cinque dipendenti. La maggior parte dei lavoratori irregolari, inoltre, non erano stati avviati alle previste visite mediche e al corso di formazione, informazione e addestramento, espressamente previsti dalla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Ma questo è solo un dettaglio. 

Quarantaquattro sono stati invece gli illeciti amministrativi accertati ed 75mila euro l’importo delle sanzioni, relative alla cosiddetta “maxi sanzione” per lavoro nero, all’irregolare tenuta del Libro unico del lavoro, alla mancata consegna del contratto di lavoro e ad altre norme, mentre i datori di lavoro sono stati segnalati alla competente autorità giudiziaria per le violazioni di carattere penale riguardanti la sicurezza sui luoghi di lavoro.

Per tre aziende è scattata la sospensione dell’attività imprenditoriale per impiego di lavoratori in nero in misura superiore al 20% di quello occupato, con un’ulteriore sanzione di 1.500 euro che ogni imprenditore ha dovuto pagare per poter riprendere l’attività. Infine, recuperati alle casse dell’Inps 2.700 euro di contributi evasi.

I datori di lavoro sanzionati saranno inoltre segnalati anche alla guardia di finanza per quanto di competenza, in merito agli illeciti fiscali e tributari che scaturiscono dal pagamento in nero delle retribuzioni ai lavoratori irregolari. 

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