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Cronaca Botrugno

Le evoluzioni in corso nel ciclo integrato dei rifiuti

Incontro pubblico a Botrugno con i tecnici dell'Ato, che hanno spiegato lo stato delle cose e in che direzione muoversi per migliorare il servizio. Resta aperta la problematica dell'impiantistica

BOTRUGNO - Evoluzioni in corso per il ciclo integrato dei rifiuti nell'Ato Lecce 2, che guarda al futuro, misurandosi con le prospettive di una nuova governance da ricercare per quello che rappresenta un punto nodale per il territorio salentino. Ci sono tanti temi nel percorso concettuale indicato ed affrontato nel corso di un'assemblea pubblica a Botrugno, alla presenza del presidente della provincia, Antonio Gabellone, del dirigente regionale del settore rifiuti, Giovanni Campobasso, della responsabile pugliese del settore rifiuti, del presidente dell'Ato Le 2 ed Assoato Puglia, Silvano Macculi, e del progettista e direttore esecuzione dei contratti del consorzio, Riccardo Bandello.

Il tavolo è stato un ampio momento di confronto e di informazione per i cittadini su quanto sta avvenendo nella gestione della questione rifiuti e su quelle che saranno gli sviluppi, i miglioramenti e le trasformazione del servizio. Su un punto, l'analisi è stata condivisa: il sistema impiantistico nel Salento è monco, privo della fase di compostaggio: un'assenza non da poco, se si considerano i continui incrementi del costo della Tarsu, su cui inevitabilmente incide il fattore logistico.

In particolare, Macculi ha spiegato come siano allo studio e alla valutazione delle istituzioni i modelli di governante più idonei per far fronte alle esigenze del ciclo rifiuti: se, cioè, la gestione, come qualcuno suggerisce, debba ritornare ai comuni, o se bisogna insistere sul consorzio. "Le esperienze che abbiamo - ha precisato - nell'Ato Le 2 di comuni che gestiscono il servizio raccolta autonomamente, dimostrano come non venga a crearsi economia".

L'assessore provinciale si è detto convinto, d'altro canto, che la soppressione delle Ato da parte della legge 42 non elimini i problemi, ma anzi rischi di crearli: "Si è spesso indicato il consorzio come causa dei mali. Credo che, in realtà, abbia permesso il contenimento dei costi e abbia apportato vantaggi significativi. Quando poi si decide di togliere qualcosa, occorrerebbe capire poi con che cosa lo si sostituisce".

Secondo Macculi, dunque, la prospettiva su cui occorre battersi è quella di un modello ideale di "Ato leggera", dove si possa pianificare, programmare, progettare con la Regione Puglia, garantendo concretamente l'omogeneità nell'intero bacino. Un traguardo evidentemente teso a migliorare il servizio sui territori assicurando più tutele per tutti.

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