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Cronaca

Le "relazioni pericolose" tra il finanziere e "Pino" Mero, 52enne pregiudicato

Referente del militare un uomo già destinatario di una confisca per 660mila euro e un incidente mortale con sequestro di droga

LECCE – Una brutta storia, così in gergo sono definite le indagini delle forze di polizia nei confronti dei colleghi. Come nel caso di Cristian Giannone, il finanziere 41enne di Cavallino coinvolto nell’operazione Oceano, che ha portato all’emissione di 18 ordinanze di custodia cautelare. Le indagini su Giannone da parte dei colleghi del Gico, definite come approfondite e impeccabili dal procuratore Cataldo  Motta, hanno svelato i rapporti tra il 41enne e una delle figure chiave dell’inchiesta, quella di Giuseppino Mero, 52enne di Cavallino.

Al suo concittadino il finanziere, destinatario di una misura cautelare interdittiva, avrebbe rivelato informazioni sulle indagini, violando il segreto d’ufficio. In particolare, targhe e spostamenti delle auto civetta, impiegate nelle operazioni di pedinamento e appostamento. Un comportamento che il gip Michele Toriello (che ha rigettato la richiesta d’arresto non considerando il finanziere come membro dell’associazione, ritenendo a suo carico il solo reato della divulgazione, per cui non è previsto l’arresto) ha definito disdicevole per un pubblico ufficiale.

Nelle carte dell’inchiesta emergono i contatti tra Giannone e Mero. Un nome, quello del 52enne, assai noto negli ambienti giudiziari. Nell’aprile del 2015, infatti, la Dia di Lecce ha confiscato a Mero beni per oltre 600 mila euro. Condannato a 7 anni di reclusione, "Pino" è stato coinvolto nel 2003 nell’operazione “Bahia” con le accuse di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga.

Mero-2Nell’estate del 2014 fu coinvolto in un incidente stradale sulla strada che da Cavallino conduce a Caprarica. Il 52enne era alla guida di una Mercedes 320 quando travolse a tutta velocità (circa 145 chilometri orari) la Toyota Yaris sulla quale viaggiava Carmelo Delle Donne, 73enne di Cavallino, che morì sul colpo.

Nei pressi dell’auto i carabinieri trovarono un involucro in cellophane contenente un chilo e 100 grammi di marijuana. Gli inquirenti attribuirono il possesso della droga a Mero per una serie di indizi. La sostanza si trovava proprio nei pressi della sua auto e lo stesso Mero già in passato era stato coinvolto in procedimenti penali riguardanti proprio lo spaccio di stupefacenti. Per questo fu arrestato, ma in sede di convalida il gip scarcerò l’uomo. 

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