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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Lea Cosentino: "Io, arrestata per una frase intercettata e mai pronunciata"

L'ex direttore generale dell'Asl di Bar ha sporto denuncia contro i periti incaricati dalla Procura di vagliare il contenuto di alcune intercettazioni. In una di queste, vi è discordanza sull'interpretazione di uno dei passaggi chiave usati dagli inquirenti

BARI – Quella frase? Mai pronunciata. Almeno secondo la versione dell’interessata. La quale è talmente convinta delle proprie ragioni, da aver presentato denuncia presso la Procura della Repubblica di Bari.

Al centro della vicenda, sempre lei, la manger Lea Cosentino, leccese, ex direttore generale dell’Asl Bari. La storia, una delle tante in cui è stata risucchiata negli ultimi anni, riguarda in questo caso l’arresto a suo carico, eseguito nel gennaio del 2010, quando le furono contestati, nell’ambito di un’inchiesta più vasta, i reati di peculato e falso. Le accuse, piombate anche su altri, fra cui l’allergologo e docente universitario Eustacchio Nettis, furono, a vario titolo, di aver falsificato una delibera dirigenziale e i verbali dei lavori della commissione per la selezione del direttore medico della struttura complessa di allergologia e immunologia dell’ospedale di Altamura. Posto che fu assegnato proprio a Nettis.

“Lady Asl” –così è stata ribattezzata dalla stampa nazionale - ritiene dunque di essere finita in manette, all’epoca dei fatti, sulla scorta di una frase finita nelle intercettazioni e a lei attribuita. Frase che rifiuta di aver pronunciato.

Secondo quanto riporta l’Ansa, Lea Cosentino ha sporto querela confronti del consulente dei pm e del perito del tribunale. Cioè, coloro i quali, in tempi diversi, hanno trascritto le intercettazioni ambientali. E, ravvisando la possibilità che siano stati perpetrati i reati di falso in atto pubblico e falsa perizia, non ha mancato neanche d’ipotizzare un’ingente richiesta di danni, non inferiore ai 500mila euro, riservandosi di costituirsi parte civile, qualora si arrivasse al processo.

Ma a cosa si riferisce, esattamente, l’ex dirigente principale dell’Asl barese? L'11 settembre del 2007, nell’ambito dell’inchiesta della Procura su quel posto da direttore medico e sul filone della cosiddetta spy-story (la bonifica da eventuali microspie installate dagli investigatori disposta da Cosentino negli uffici della Asl, come ricorda sempre l’Ansa), sarebbe spuntata una frase in particolare: “Li prendiamo per fessi a tutti e due”. Tale espressione fu riportata, fra le altre cose, anche nell'ordinanza d'arresto, che risale al 14 gennaio 2010.

Il gip, all’epoca, a tale proposito, scrisse che questa “locuzione semantica”, che si riferirebbe “agli altri candidati è evidente indice rivelatore della pericolosità della Cosentino”. L’ex direttore generale, da allora, ha trascorso quattro mesi di arresti domiciliari, dopodiché ci sono stati il rinvio a giudizio e l’inizio del processo.

Ma quella consulenza è finita ora sotto la lente della difesa di Lea Cosentino e fatta vagliare da due periti di parte. Ebbene, la versione che ne viene fuori, sarebbe un’altra: “La firmiamo perché evitiamo tutti i problemi”. Certamente molto diversa da “li prendiamo per fessi a tutti e due”. Ma dove starà la ragione? E’ certo che le registrazioni delle intercettazioni non sempre sono nitide e non tutte le frasi sono comprensibili, come si evince leggendo a volte le trascrizioni dei periti, in cui interi passaggi spesso sono segnati tra parentesi come “incomprensibile”. Ma può davvero una locuzione essere così differente? Agli inquirenti l’ardua sentenza.  

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