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Cronaca

Agenti di polizia penitenziaria aggrediti durante il trasferimento di un detenuto

Hanno riportato rispettivamente un trauma cranico e alla colonna vertebrale. L'aggressione è avvenuta pochi minuti dopo le 14 nel carcere di Borgo San Nicola, durante il trasferimento di un detenuto da un reparto all'altro. Per bloccarlo c'è stato bisogno dell'intervento di più poliziotti

LECCE – Due agenti di polizia penitenziari aggrediti e costretti a ricorrere al ricovero in una struttura ospedaliera, dove gli sono stati riscontrati rispettivamente un trauma cranico e alla colonna vertebrale. E’ questo il bilancio dell’ennesimo episodio di violenza avvenuto nelle carceri pugliesi, ai danni di agenti della polizia penitenziaria, costretti a turni di lavoro massacranti e a rischi sempre maggiori.

L’aggressione è avvenuta pochi minuti dopo le 14 nel carcere di Borgo San Nicola: un agente stava trasferendo un detenuto da un reparto all’altro. Improvvisamente il recluso si è divincolato e ha colpito la guardia carceraria con una testata.

Solo il pronto interevento di un collega, attirato dalle urla e dal rumore, ha evitato che la situazione degenerasse ulteriormente. L’agente è stato a sua volta colpito violentemente alla schiena. E’ stato necessario l’intervento di alcuni agenti per bloccare il detenuto violento e riportare la situazione alla normalità.

“La situazione penitenziaria è sempre più incandescente, lo denunciamo ormai da molti mesi nella più silente indifferenza”, spiega Ruggiero Damato, segretario provinciale Osapp. “Ogni giorno registriamo manifestazioni e proteste di detenuti sempre più violente. Le istituzioni e il mondo della politica non possono più restare inermi e devono agire concretamente”.

L’Osapp lancia l’allarme carceri: la polizia penitenziaria è in grande difficoltà, costretta a lavorare con personale esiguo e con un’età media sempre più elevata. L’istituto penitenziario leccese ha perso in tre anni circa 200 uomini. Le recenti direttive europee hanno portato a otto il numero delle ore che i detenuti devono trascorrere fuori dalle celle, aggravando il lavoro degli agenti, già alle prese con condizioni critiche e sovraffollamento.

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