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Cronaca Piazza Giosuè Carducci

“La droga la vendiamo noi”. E giù botte fino a rompergli un gomito

Due 19enni rischiano il processo per il pestaggio avvenuto in una sera della scorsa estate ai danni di un loro coetaneo. Il tutto, davanti all'ex Convitto Palmieri. Avrebbero accusato il ragazzo di rifornirsi da altri

LECCE - “La droga la compri da noi”. Magari non saranno state proprio queste le parole proferite quella sera dell’estate dell’anno scorso, ma di sicuro il concetto era ben chiaro. Quel ragazzo, oggi 19enne, doveva acquistare la sostanza stupefacente solo da loro, ammesso che davvero ne volesse. E così non sembra. Ma tant'è, la piazza era loro. E quando si parla di piazza, s’intende, appunto, quella dello spaccio.

Per fargli capire che non scherzavano, sarebbero arrivati prima a prenderlo a spintoni e poi, uno di loro, avrebbe iniziato a tirargli pugni e ceffoni con tale forza da farlo cadere per terra. Fino alla frattura scomposta all’altezza di un gomito. Oltre 40 giorni di prognosi e una denuncia che fece partire le indagini della polizia giudiziaria.

A rischiare il processo, ora, sono P.M.I. e G.V., entrambi leccesi, anche loro 19enni. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 3 febbraio davanti al gup Silvia Saracino, dopo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Donatina Buffelli. Peraltro, con i due imputati, avrebbe agito anche un terzo ragazzo, all’epoca ancora 17enne e che quindi segue un iter diverso, presso il Tribunale per i minori.

Tutto si sarebbe verificato il 28 giugno del 2021 in piazzetta Carducci, di fronte al colonnato dell’ex Convitto Palmieri, luogo di ritrovo abituale di molti ragazzi, specie i più giovani, che frequentano la movida leccese, ma finito troppo spesso nelle cronache proprio per questioni legate alla cessione al dettaglio di stupefacenti o a risse e violente aggressioni. E nella storia di cui si tratta, vi sarebbero entrambe le componenti, perché P.M.I. e G.V. avrebbero accusato il 19enne, che si stava confezionando una sigaretta con una cartina, di fare "acquisti" da altri, invece che da loro, in una zona di spaccio di loro esclusività.

Sta di fatto che si sarebbe arrivati agli strattoni e poi al pestaggio. In particolare, sarebbe stato P.M.I. a tirare schiaffi e violenti pugni sul dorso della vittima, fino a quando quest’ultima, caduta malamente sul selciato, si sarebbe procurata una dolorosa frattura scomposta, al braccio destro, della prominenza ossea conosciuta in anatomia come olecrano.

I due imputati sono difesi dagli avvocati Raffaele Benfatto e Consuelo Renna. Il giovane rimasto ferito quella sera si costituirà parte civile nell’eventuale processo con l’avvocato Umberto Leo.

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