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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Anno giudiziario, avvocati assenti per protesta: "La nostra professione svilita"

L'Organismo unitario dell'avvocatura di Lecce non sarà presente all'inaugurazione. Giuseppe Bonsegna, rappresentante dell'Ordine locale, spiega: "Assistiamo da anni a un inaccettabile e ipertrofico ricorso a provvedimenti emergenziali e alla carenza di una organica politica giudiziaria"

LECCE – Si apre sotto la protesta del mondo dell’avvocatura il nuovo anno giudiziario. Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lecce, infatti, ha deliberato di non partecipare, per le note ragioni di protesta, alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, invitando tutti gli avvocati del distretto a fare altrettanto.

Una scelta cui ha aderito anche l’avvocato Giuseppe Bonsegna, rappresentante per la provincia di Lecce dell’Oua (l’Organismo unitario dell’avvocatura). Io – spiega l’avvocato Bonsegna –, così come i colleghi delegati dell’Oua Elisa Minerva di Brindisi e Mirella Casiello di Taranto, ho aderito volentieri all’invito, rimettendo al presidente della Corte d’Appello di Lecce, perché venga allegato agli atti, il testo dell’intervento predisposto”.

“L’Oua – si legge nel documento – porta oggi un messaggio di ferma protesta per lo stato e le condizioni in cui versa la giustizia e denuncia un persistente attacco alla funzione e alla rilevanza costituzionale della professione di avvocato. Assistiamo da anni a un inaccettabile e ipertrofico ricorso a provvedimenti “emergenziali” e alla carenza di una organica politica giudiziaria. Il filo conduttore di lungo elenco di interventi spot sembra essere lo smantellamento della giurisdizione pubblica giustificato da una sbandierata, ma in realtà inefficace, messa in efficienza del sistema. Emerge, infatti,  palese la volontà di scoraggiare l’accesso dei cittadini alla tutela giudiziaria, cioè la trasformazione di un diritto costituzionale in un “privilegio” per coloro che, in virtù delle loro condizioni economiche, possono permettersi il pagamento degli onerosi tributi imposti per ricorrervi”.

Tra i problemi più gravi la “mancata interlocuzione con l’avvocatura sia del ministro di giustizia, che si sottrae continuamente al confronto, sia del Parlamento, ormai fortemente svuotato delle proprie funzioni”. Quanto alla giustizia penale, l’avvocatura in modo unitario stigmatizza gli ultimi provvedimenti legislativi che hanno determinato uno svilimento in termini economici della figura del difensore d'ufficio, che comporterà una cancellazione collettiva dagli elenchi di riferimento e, quindi, la riduzione di tutela per i non abbienti.

L’Oua “sollecita la revisione delle condotte realmente necessitanti della applicazione della sanzione penale, favorendo misure alternative della detenzione, ampliandone la gamma dei reati e dell'entità della pena a seguito della quale si possa accedere alle misure alternative. Raccomanda, relativamente alla detenzione domiciliare, di coordinare l'esistente con la prossima novella relativa all'istituzione della pena autonoma della detenzione domiciliare. Auspica l'applicazione dell'istituto della messa alla prova anche agli imputati maggiorenni, vista la positiva esperienza nel processo a carico dei minori. Propone di dibattere sulla modifica dell’articolo 112 della Costituzione, che prevede l’obbligatorietà dell'azione penale, in favore della eventuale discrezionalità. Evidenzia l’inderogabile necessità di dare attuazione delle direttive europee tendenti alla diminuzione nel massimo delle ipotesi e della durata della custodia cautelare, rivedendo, comunque, la durata massima delle misure ex articolo 303 del Codice di procedura penale, e ponendo massima attenzione e rigore nell'applicazione della misura restrittiva in carcere, con incremento delle misure interdittive”.

Sulla riorganizzazione del sistema, si sottolinea come “siano emerse gravissime criticità nei provvedimenti nell’ambito della revisione della geografia giudiziaria che qui si omettono per brevità ma che a tutti sono noti, la cui gravità e molteplicità impongono al ministero una seria riflessione sui risultati della riforma la quale va sicuramente rivisitata, senza falsi efficientismi ed inutili bracci di ferro ed apportandovi seri e sostanziosi correttivi”. 

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