rotate-mobile
Cronaca

“Operazione Orione”, traffici di droga: in appello arrivano ritocchi alle pene

Lo sconto più sostanzioso è quello per Paolo Guadadiello, ritenuto dagli inquirenti leader di un gruppo che spacciava nel nord Salento. Ma anche altri hanno ottenuto pene al al ribasso. Per quattro, invece, tutto confermato. Tre i presunti gruppi criminali finiti sotto inchiesta

LECCE - Era stata ribattezza “Operazione Orione” con chiaro riferimento alle tre stelle allineate che formano la cintura al centro di una delle più suggestive costellazioni del firmamento. E questo perché tre erano anche i presunti gruppi criminali sui quali si erano concentrate, a suo tempo, le indagini della Dda di Lecce, condotte dai carabinieri della compagnia di Maglie: uno con epicentro nell’area magliese, l’altra in quella di Martano, la terza nel nord Salento, e tutte con elementi d’interconnessione. Da qui, l’accorpamento in un unico filone.

L’inchiesta si era conclusa nel marzo del 2018 con sessantadue indagati totali, di cui trentasette agli arresti. Le attività svolte dai sodalizi, secondo investigatori dell’Arma e inquirenti dell’antimafia, principalmente traffici di droga. Con sconfinamenti, in qualche caso, in estorsioni e in altri reati.

Nel luglio del 2019 undici imputati erano andati direttamente al patteggiamento, mentre diciassette fra loro avevano scelto di essere giudicati in abbreviato, rimediando condanne, in alcuni casi, anche piuttosto corpose, pur con la riduzione di un terzo della pena prevista dal rito alternativo (qui il dettaglio). Ieri, in appello, diverse di queste condanne sono state riviste. In alcuni casi con ritocchi anche sostanziosi.

Ad appellare la sentenza sono stati sedici dei diciassette condannati in primo grado. Manca, fra questi, il nome di Vincenzo Amato, di Scorrano, oggi 45enne, ritenuto a capo del gruppo egemone fra Maglie e dintorni. Latitante fin dal 2016 e coinvolto nel tempo in più vicende, l’anno scorso è stato finalmente rintracciato in Andalusia (qui i dettagli dell’operazione, in quel caso coordinata dalla Dda di Milano).  Per la “Operazione Orione” ha preso 20 anni.

orione

Uno degli aspetti più interessanti della nuova sentenza emessa dalla Sezione unica penale della Corte d’appello di Lecce, presieduta dal giudice Nicola Lariccia, riguarda quattro soggetti. Per tutti, infatti, è stata esclusa la disponibilità di armi nel contesto dell’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. E nel caso di  Paolo Guadadiello, 34enne di Torchiarolo, visto soprattutto che è stata esclusa anche la recidiva, come sollecitato dagli avvocati difensori Giuseppe Presicce e Andrea Capone, e considerando che per gli inquirenti era proprio il leader del gruppo attivo in quell’area al confine con la provincia di Brindisi, la “correzione” è stata piuttosto sensibile: è passato da 11 anni e 2 mesi a “soli” 7 anni e 6 mesi.  

Per gli altri, la pena è stata rivista al ribasso solo per qualche mese. Alessandro Greco, 43enne di Cutrofiano, è passato a 7 anni e 4 mesi dagli iniziali 7 anni e 8 mesi; Antonio Roberto Guadadiello, 40enne di Trepuzzi, a 7 anni e 6 mesi da 7 anni e 10 mesi; Marco Maggio, 32enne di Trepuzzi, a 7 anni e 6 mesi da 7 anni e 10 mesi.

Molta sostanza c’è anche nella rideterminazione delle pene a carico di Francesco Bongiorno, 53enne di Lecce, e Armando Capocelli, 37enne di Maglie. Bongiorno, infatti, l’ha spuntata in appello con 2 anni e 6 mesi e 1.400 euro di multa, quando in primo grado aveva ricevuto una condanna a 5 anni, più 19mila euro. Sono state eliminate, nel suo caso, le pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, dell’interdizione legale per la durata della pena e dell’esercizio della podestà genitoriale. Capocelli, a sua volta, ha visto abbassarsi la condanna a 2 anni e mille euro contro gli iniziali 4 anni e 18mila euro di multa. Gli è stato concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena detentiva e della non menzione, sono state sospese le pene accessorie, è stata eliminata l’interdizione dai pubblici uffici di cinque anni.   

Proseguendo, vi sono state tre circostanze in cui è stata riconosciuta la continuazione con i reati contestati in altre sentenze, divenute irrevocabili, ragion per cui è stata riformulata la condanna complessiva. Nel caso di Carmine De Rinaldis, 45enne di Santa Cesarea Terme, con una del 13 aprile del 2016, per cui dovrà scontare 6 anni e 34mila euro di multa (4 anni e 8 mesi, più una multa di 24mila euro era stata la condanna in abbreviato per la sola “Operazione Orione”).  In quelli di Vittorio Tunno, 41enne di Muro Leccese, e di Paolo Merico, 38enne di Poggiardo, con un’altra del 16 marzo 2016, per cui il primo dovrà scontare 14 anni (12 quelli per “Orione”) e il secondo 17 anni e 20 giorni (14 anni e 20 giorni per “Orione”).

orione2

Nel caso di Virgilio Gnoni, 52enne di Nociglia, i giudici hanno riconosciuto  le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti, per cui la pena si è abbassata a 7 anni dai 7 anni e 8 mesi iniziali. Sergio Pede, 47enne di Otranto, ha visto sostituita la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici con quella temporanea ed eliminata l’interdizione legale per la durata della pena e della sospensione della podestà genitoriale. Per il resto, confermati 5 anni, 6 mesi e 20 giorni. Antonio Zezza, 33enne di Ruffano, ha ottenuto i benefici della sospensione condizionale della pena e della non menzione, più la sospensione delle pene accessorie, con conferma della pena a un anno e 3mila euro di multa.

Nessuno sconto di alcun genere, invece, per quattro imputati. Resta invariata la pena per Giuseppe Angelino, 29enne di Giurdignano (4 anni, 10 mesi, 20 giorni e 4mila euro di multa), Andrea Caputo, 44enne di Muro Leccese (8 anni e 8 mesi),  Antonio De Iaco, 39enne di Sanarica (2 anni e 10mila euro di multa) e Cosimo Miggiano, 41enne di Muro Leccese (14 anni e 4 mesi).

Gli imputati erano difesi, fra gli altri, dagli avvocati Giuseppe Presicce, Andrea Capone, Luigi e Arcangelo Corvaglia, Mariangela Calò, Ladislao Massari, Donata Perrone, Antonio Savoia, Luigi Covella, Luca Puce. Il termine fissato per le motivazioni è di novanta giorni.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

“Operazione Orione”, traffici di droga: in appello arrivano ritocchi alle pene

LeccePrima è in caricamento