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Cronaca

Lecce-Carpi, altri tre arresti per gli scontri. In manette due salentini e un fiorentino

Simone Giannini, 28enne di Lecce, Michel De Matteis, 26enne di Copertino e Massimiliano Stefanizzi, 34enne di Firenze sono stati arrestati all'alba di oggi dalla Digos. Avrebbero partecipato agli episodi di violenza già culminati il mese scorso con decine di arresti. Immortalati da videocamere e foto

LECCE – Simone Giannini, 28enne di Lecce, Michel De Matteis, 26enne di Copertino e Massimiliano Stefanizzi, 34enne nato e residente a Firenze, ma da sempre tifoso del Lecce, sono i nuovi nomi che vanno a rimpolpare la già corposa inchiesta avviata dalla questura dopo i fatti del 16 giugno scorso. Una delle pagine calcistiche più nere del Salento, e non certo solo sotto il profilo sportivo.

Al triplice fischio di Lecce-Carpi, terminata con un pareggio e la promozione in B sfumata, diversi sostenitori giallorossi – almeno un centinaio - invasero il terreno di gioco, partendo dalla curva nord, ingaggiando una caccia all’uomo (nella fattispecie i giocatori, “rei” di non aver portato a termine la missione) e arrivando ad aggredire anche alcuni steward e un fotogiornalista. Eventi che ebbero un seguito anche all’esterno del “Via del Mare”, con una fitta sassaiola, un Pajero della polizia dato alle fiamme e diversi contusi fra gli agenti.  

Il 6 luglio scorso era partita la prima offensiva della Digos di Lecce: gli uomini diretti dal vicequestore aggiunto Raffaele Attanasi avevano stretto le manette ai polsi di undici ultras (dieci salentini e un palermitano). Questa mattina all’alba, le nuove misure di custodia cautelare ai domiciliari. Il gip del tribunale di Lecce, Annalisa De Benedectis, ha infatti concordato con i risultati dell’indagine, basati sempre sulla visione di immagini di videocamere di sorveglianza dello stadio e fotografie, dando seguito alla richiesta del sostituto procuratore Massimiliano Carducci.

Non è un fulmine a ciel serono, quello che si abbatte ancora una volta sulla parte più calda della tifoseria leccese, perché la Digos, già nel corso della conferenza stampa a margine delle prime ordinanze, aveva annunciato che l’indagine sarebbe andata avanti. Davvero corposo, infatti, è il materiale da vagliare e il 6 luglio scorso gli investigatori avevano inteso dare una prima risposta forte di fronte alla pressione dell’opinione pubblica. Buona parte di quegli scontri erano infatti stati immortalati dalle telecamere che avevano ripreso la diretta della gara e le immagini avevano fatto il giro d’Italia per giorni nei notiziari.

I provvedimenti di oggi sono stati emessi poiché la Digos avrebbe riscontrato gravi indizi di colpevolezza a carico dei tre. Giannini e Stefanizzi (quest’ultimo diffidato in occasione di Roma-Lecce del 30 ottobre 2010, salvo essere quel Daspo annullato dopo ricorso al Tar) farebbero parte del folto drappello che invase il terreno di gioco. Soprattutto, ed è la discriminante rispetto ad un più morbido provvedimento di diffida, avrebbero partecipato all’aggressione ai danni degli steward davanti alle scale che conducono negli spogliatoi.

De Matteis, invece, sarebbe stato localizzato all’esterno dell’impianto ed avrebbe partecipato alla sassaiola contro le forze dell’ordine. Per quell’episodio, prima ancora che scattassero le undici ordinanze di custodia cautelare, già un 27enne di Erchie, in provincia di Brindisi, era finito in manette (arresto convalidato, anche se il giovane è stato poi rimesso in libertà). Nel frattempo, sono tornati liberi anche diversi fra gli ultras arrestati nella maxi-retata del 6 luglio. Ovviamente, tutti quanti restano indagati in attesa di sapere se verranno rinviati a giudizio. 

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