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Cronaca

Assitente finisce a processo per violenze su una disabile. Che però ritratta le accuse

Sarà un processo penale a far luce sulla complessa vicenda giudiziaria che ruota intorno alla figura di un'assistente socio-terapeutica di 48 anni, di Lecce, accusata di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. Il rinvio a giudizio è stato disposto dal gup Simona Panzera

LECCE – Sarà un processo penale a far luce sulla complessa vicenda giudiziaria che ruota intorno alla figura di un’assistente socio-terapeutica di 48 anni, di Lecce, accusata di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia.

La donna, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe maltrattato una ventiduenne disabile, di cui si occupava. Il processo si aprirà il prossimo 3 marzo dinanzi ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce. Il rinvio a giudizio è stato disposto dal gup Simona Panzera al termine dell’udienza preliminare.

I fatti contestati risalgono alla fine del 2011. A dare il via alle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Carmen Ruggiero, è stata la denuncia ai carabinieri della mamma della 22enne (affetta da deficit motorio). Ai militari dell’Arma la donna ha riferito quanto la figlia le aveva confessato, e cioè di essere stata costretta a denudarsi, subire palpeggiamenti, persino a guardare sul computer dell'assistente socio-terapeutica immagini pornografiche.

A rendere controversa la vicenda sono state le successive dichiarazioni della presunta vittima che, in fase d’incidente probatorio, ha ritrattato le accuse. La 22enne, inoltre, ha scelto di non costituirsi parte civile nel processo. L’imputata è assistita dall’avvocato Roberto De Mitri Aymone.

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