rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

“Ghost Wine”, l’inchiesta si allarga: 61 avvisi di conclusione indagine

Ci sono nuovi nomi di persone fisiche e società dopo l'operazione che l'estate scorsa portò a undici arresti e altri iscritti nel Salento e in varie altre città italiane da parte di Nas e Icqrf per adulterazione del vino

LECCE – Una ventina di nuovi nomi. Si allarga l’inchiesta nata dall’operazione “Ghost Wine” che nel luglio dell’anno scorso portò a undici arresti. Fu un’operazione congiunta del Nas di Lecce e dall’Icqrf di Roma che mise a nudo un sistema di adulterazione del vino poi rivenduto in Italia, ma anche sui mercati esteri, come prodotto di qualità, in qualche caso biologico, Doc o Igt. Secondo gli investigatori, il tutto sarebbe stato realizzato con particolari tecniche di manipolazione, sfruttando anche scarti per realizzare ingenti quantitativi di prodotto vinoso.

Ovvero, sarebbero state adottate pratiche enologiche illegali per “rielaborare e rendere commercializzabile anche vino scadente e non vendibile rendendolo idoneo, bevibile e non facilmente identificabile quale vino sofisticato per mezzo di nuova fermentazione, aggiunta di sostanze varie”, come si legge nelle carte dell’indagine. Cioè, sarebbe stato tagliato e utilizzato prodotto di provenienza estera, spagnola, soprattutto, a volte anche ignota, per aumentare “la gradazione alcolica e/o cambiare    il    colore    e/o    conferire    al    prodotto    aromi, profumi e sapori tipici dell’affinamento/invecchiamento prolungato in recipienti in legno”.  E ora, su questa vicenda, arriva l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a firma del procuratore aggiunto Valeria Elsa Mignone e del sostituto procuratore Donatina Buffelli della Procura di Lecce.

Tre i presunti gruppi che avrebbero operato nel settore, in connessione fra loro. E, fra i principali indagati, spiccò subito agli occhi Antonio Domenico Barletta, oggi 57enne, originario della provincia di Catanzaro e residente a Lecce. Barletta, all’epoca dell’inchiesta funzionario dell'Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti, organismo che fa capo al ministero delle Politiche agricole e alimentari, fra gli enti che hanno indagato nella vicenda), avrebbe agevolato gli imprenditori nelle pratiche, omettendo controlli e avvisando di ispezioni.

In carcere, in quei giorni, erano finiti, oltre a Barletta, Antonello Calò, 64enne di Copertino, vitivinicolo; Giuseppe Caragnulo, 59enne di San Donaci, imprenditore vitivinicolo; Vincenzo Laera, 39enne di Mesagne, imprenditore vitivinicolo; Rocco Antonio Chetta, 66enne di Taviano (ma residente a Lequile), imprenditore vitivinicolo; Luigi Ricco, 56enne di San Ferdinando di Puglia (provincia di Barletta-Andria-Trani), imprenditore vitivinicolo.

Ai domiciliari, invece, erano andati Pietro Calò, 27enne di Copertino, impiegato; Giovanni Luca Calò, 51enne di Copertino (residente a Lecce), impiegato; Cristina Calò, 56enne di Copertino, impiegata; Simone Caragnulo, 24enne di San Donaci, impiegato; Antonio Ilario De Pirro, 52enne di Nardò, imprenditore e autotrasportatore.  Quattro erano state le aziende inizialmente interessate dalla vicenda: Agrisalento Srl di Copertino; Enosystem Srl di Copertino; Megale Hellas Srl di San Pietro Vernotico; Ccib Food Industry Srl di Roma.

Una delle pratiche già scoperte in passato e ancora attuale, che sarebbe stata adottata, quella della fermentazione alcolica di miscele di sostanze zuccherine ottenute da canna da zucchero o barbabietole. Il tutto, commercializzato in modo illecito in favore di note aziende. Il principio di libera concorrenza sarebbe così stato falsato dall’esubero di produzione. Ottenendo con procedimenti fraudolenti ingenti quantità di vino Dop, Igp e Doc.

Nel corso delle indagini, è emerso anche un altro fenomeno, già noto: la nazionalizzazione di prodotti dell’Unione Europea. Venduti, cioè, come italiani, addirittura attribuendo denominazioni d’origine. Per esempio, vino nato in Spagna e rivenduto come Igt o Doc italiano e, nello specifico, pugliese. Sarebbe emersa anche la falsa produzione di uve per realizzare vino Doc e Igt tramite alcune aziende agricole di proprietà di alcuni fra gli indagati.

Vari i reati, di natura associativa e non, contestati: falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e in registri informatizzati, frode nell’esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, riciclaggio e autoriciclaggio, gestione di rifiuti non autorizzata. Fatti avvenuti in Puglia e in altre località italiane.

Le persone indagate

Se, inizialmente, erano stati una quarantina gli indagati, fra arrestati e non, ora, con gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari, sono saliti a sessantuno, fra persone fisiche e società. A rischiare di finire sotto processo sono: Antonio   Domenico   Barletta, 57enne residente a Lecce; Tommaso Vantaggio, 41enne di Racale; Antonello Calò, 65enne di Copertino; Giuseppe Caragnulo, 59enne di San Donaci; Vincenzo Laera, 39enne di Mesagne;  Pietro Calò, 27enne di Copertino;  Giovanni Luca Calò, 51enne di Lecce; Cristina Calò, 56enne di Copertino; Susanna Calò, 35enne di Copertino;  Luigi Ricco, 56enne di San Ferdinando di  Puglia; Vincenzo Morrone, 32enne di Cesa (Caserta); Santo Aimone, 66enne di Sant'Antimo (Napoli); Giovanni Aimone, 35enne di Sant'Antimo (Napoli); Vincenzo  Bevilacqua, 41enne di Capaccio Paestum (Salerno); Rosario Aurigemma, 59enne di Pontecagnano Faiano (Salerno); Giuseppe De Bari, 56enne di Molfetta.

E poi: Nicola Suglia, 56enne di Noicattaro; Giovanni Tornese, 30enne di Copertino; Stefano Troncone, 40enne di Veglie; Simone Caragnulo, 24enne di San Donaci; Daniela Gravili, 43enne di Cellino San Marco (omonima della nota sommelier di Roma e salentina d'adozione); Antonio Caragnulo, 57enne di San Donaci; Salvatore Mazzotta, 55enne di Trepuzzi; Renato D’Auria, 54enne di Ortona (Chieti); Cosimo Campanella, 37enne di San Pietro Vernotico; Dario Bardi, 32enne di Cellino San Marco; Oronzo Pezzuto, 37enne di Surbo; Antonio Ilario De Pirro, 52enne di Nardò; Antonio De Iaco, 64enne di Felline (frazione di Alliste); Michele Brattoli, 69enne di Trinitapoli; Bruno Lucio Damiani, 63enne di Trinitapoli; Fabio De Pirro, 56enne di Collemeto (frazione di Galatina); Rocco Antonio Chetta, 66enne residente a Lequile; Francesco  Libertini, 56enne di Merine (frazione di Lizzanello).

Ancora: Roberta Elisabetta Trande, 51enne di Lecce; Simone Nestola, 35enne di Copertino; Giacomina Tavani, 42enne di Lizzanello; Marta Abbracciavento, 39enne di Lecce; Francesco Ciotola, 63enne residente a Cutrofiano, ma domiciliato a Roma; Antonio D’Oro, 50enne di Bonito (Avellino); Giuseppe Dell’Aversana, 41enne di Orta di Atella (Caserta); Marinella Carcagna, 51enne di Lecce; Alessandro Botter, 47enne di Jesolo (Venezia); Arnaldo Botter, 83enne di San Donà di Piave (Venezia); Salvatore  Ditta, 59enne di Campobello  di Mazara (Trapani); Dolores Grassi, 67enne di Lequile; Rosa Penza, 48enne di Barletta; Pasquale Casto, 58enne di Cerignola e residente in Bulgaria; Antonio Bruno, 67enne di San Ferdinando di Puglia (Foggia).

Gli avvisi alle società

Le società indagate sono l’Agrisalento Srl con sede legale e stabilimento vinicolo a Copertino; la Enosystem Srl con sede legale e stabilimento vinicolo anche in questo caso a Copertino; la Megale Hellas Srl con sede legale a San Pietro Vernotico e depositi nelle stessa San Pietro, a Guagnano, Campi Salentina, Salice Salentino, Manduria, Mesagne, San Pancrazio Salentino, Cellino San Marco; la società agricola Chora Ss con sede a San Donaci; la casa vinicola Botter Carlo & C. Spa con sede legale e stabilimenti a Fossalta di  Piave (Venezia) e un’unità secondaria con uffici,  magazzino  e stabilimento  a Salice Salentino; la Cib Industry Srl con sede legale a Roma; la Ccib Food Industry Srl con sede legale a Roma; la Cib Food Industry Srl con sede legale a Lequile; la Bevande Concentrati Succhi e Zuccheri Srl, in liquidazione (già Cib srl, Compagnia Italiana Bevande), con sede legale a Roma; La Gc 1916 Srl con sede legale a Lequile; la Gestione Partecipazioni Societarie Srl con sede legale a Roma; la Psg Partecipazioni Societarie Gestite Srl, con sede legale a Roma.

Del collegio difensivo fanno parte, fra gli altri, gli avvocati Giovanni Tedesco, Stefano Chiriatti, Roberto D'Ippolito, Francesco Vergine, Massimo  Manfreda, Donata Perrone, Riccardo  Giannuzzi, Michele La Forgia, Rolando  Manuel  Marchionna, Luisa Pesce, Anna Centonze, Amilcare Tana, Pasquale Fiorentino, Francesca Conte, Mario Urso, Luigi Rella, Ladislao Massari, Massimo Pagliaro, Francesco Paolo Sisto, Marta Centonze.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

“Ghost Wine”, l’inchiesta si allarga: 61 avvisi di conclusione indagine

LeccePrima è in caricamento