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Cronaca Leuca / Viale Marche

Prima l’alcool, poi pestato e rapinato di 900 euro: finisce in ospedale

Due cingalesi sono stati denunciati. La vittima, un connazionale, ritrovata ferita e ubriaca in una piazzetta che si affaccia su viale Marche. Sul caso indaga la polizia

LECCE – I ricordi della vittima dovevano essere sbiaditi, stanotte, affogati nell’alcool che deve essere stato versato a litri. Tanto da avere come ultimo ricordo solo quello di essere stato aggredito nel parco Tafuro, nel quartiere Leuca, salvo ritrovarsi a terra, sanguinante, a distanza di diverse centinaia di metri, in piazzetta Maria Madre di Dio, all’angolo fra viale Marche e via Emilia.

Evidentemente, lui e i due “amici” devono aver percorso quasi per intero via Abruzzi, prima che l’alterco già scoppiato divenisse violenza vera e propria. Con tanto di vasi di terracotta spaccati e tracce di sangue per terra. Ad aiutare la polizia a rintracciare quasi subito i presunti aggressori, ci ha pensato così un testimone. Le sue descrizioni sono state fondamentali per arrivare al primo, il quale, poi, ha scaricato le colpe sul secondo.

Rintracciati, ma non è scattato l'arresto

S.S., 30enne, e S.P., 36enne, entrambi cingalesi, per ora se la sono cavata con una denuncia a piede libero, ma non è detto che non possa essere richiesta una misura restrittiva. Ci sono, peraltro, diversi aspetti ancora poco chiari su tutta la vicenda, che vede come vittima di un brutale pestaggio, con tanto di rapina di ben 900 euro, un altro uomo dello Sri Lanka, anch’egli 30enne. Finito al “Vito Fazzi” di Lecce, dopo essere stato soccorso, in primis, da alcuni agenti di polizia delle volanti.

Tutto ha avuto inizio poco dopo le 23. A quell’ora, infatti, è arrivata una telefonata al 113, per segnalare la presenza di un uomo ferito, riverso per terra, in piazzetta Maria Madre di Dio. I poliziotti arrivati sul posto hanno prima soccorso il malcapitato, che oltre ad aver subito lesioni era anche, completamente ubriaco. Poi, hanno raccolto le prime indicazioni per capire cosa fosse accaduto. Ed è stato un testimone a fornire le prime descrizioni di un uomo con barba incolta, vestito con tuta nera e cappuccio rosso, visto allontanarsi dal luogo in tutta fretta.

Diramate via radio le descrizioni alle altre volanti, nell’arco di pochi minuti è stato rintracciato un giovane corrispondente alle descrizioni fornite alla polizia. Il fatto di affrettare la corsa, quando ha visto una volante in avvicinamento, per entrare in un condominio e dirigersi in un appartamento, non ha fatto che confermare il sospetto che avesse qualche preoccupazione di troppo. Raggiunto, prima ancora che gli fossero chieste spiegazioni, avrebbe dichiarato di non aver fatto nulla e di essere a casa da circa due ore. Cosa evidentemente poco credibile, tanto da ammettere, dopo un po’, di essere stato nella piazzetta e di aver avuto una discussione con un suo connazionale. Tuttavia, avrebbe anche imputato dell’aggressione vera e propria un altro suo connazionale, fornendone una descrizione: vestito di nero e che abitava a pochi metri da casa sua.

Una scarpa bianca sporca di sangue

In breve, i poliziotti sono riusciti a risalire anche a questo secondo uomo, rintracciato e fermato in via Mario Nacci. Al momento del controllo, peraltro, aveva la scarpa destra sporca di sangue. Impossibile che sfuggisse il dettaglio, visto calzava scarpe da ginnastica bianche. E la vittima? Il 30enne K.A. è stato ascoltato e, non senza qualche difficoltà, tra dolori per le ferite e l’alcool, ha comunque fornito una sua versione dei fatti, raccontando che, mentre era in compagnia dei due connazionali, aveva ritirato 1.800 euro da uno sportello Unicredit. I tre, poi, stando sempre al racconto, si erano spostati in periferia a bordo dell’auto di uno dei due, dove l’uomo avrebbe consegnato 900 euro a un altro suo amico.

Dopo di ciò, la vittima sarebbe stata persuasa dagli altri due ad a andare in un locale a bere e qui sarebbero rimasti fino alle 18. E non è tutto. Alle 21,30, detto sempre da K.A., i due  l’avrebbero invitato di nuovo a bere, nei pressi del parco Tafuro. Infine, si sarebbe consumata l’aggressione, con la rapina dei 900 euro rimanenti, custoditi nel portafogli.  

La polizia scientifica ha effettuato rilievi fotografici della scena che si presentava con numerosi vasi di terracotta rotti, giubbotto e telefono cellulare della vittima  a pochi metri di distanza. E ha repertato anche un campione di tracce ematiche, probabilmente del ferito, e altri effetti trovati sul luogo, tutti sequestrati. Sulla base degli elementi raccolti, S.S. e S.P., d’intesa con il pubblico ministero di turno, sono stati denunciati per rapina aggravata in concorso.

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