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Cronaca

Giovanni Conversano: "Io, diffamato in tv". Inizia il processo a Lele Mora

Tra gli imputati anche gli attori Ciro Petrone e Claudio Di Napoli. Nella lista testi della difesa compaiono nomi celebri del mondo dello spettacolo come Barbara D'Urso e Jennifer Rodriguez. L'ex tronista e calciatore: "Mai entrato in possesso di oggetti di Mora"

LECCE – Si è aperto oggi, dinanzi al tribunale del capoluogo salentino, il processo che vede come imputati Lele Mora (ex agente di molti artisti del piccolo schermo, poi travolto da arresti e inchieste giudiziarie), e degli attori Ciro Petrone e Claudio Di Napoli, accusati di diffamazione a mezzo televisivo nei confronti di Giovanni Conversano, ex “tronista” di “Uomini e donne” ed ex calciatore.

Oggi, prima udienza di un processo molto chiacchierato, sono stati ammessi i mezzi di prova documentali e testimoniali. Nel primo caso sono state depositate le due puntate del programma televisivo (e le relative trascrizioni realizzate da un consulente nominato dalla pubblica e accusa e sentito oggi in aula) in cui sarebbero avvenute le diffamazioni. Nella lista testi della difesa compaiono nomi celebri del mondo dello spettacolo come Barbara D’Urso e Jennifer Rodriguez.

A dare avvio all'inchiesta erano state alcune dichiarazioni di Mora a marzo scorso, durante il programma televisivo “Pomeriggio cinque”, in cui accusava il modello leccese di avergli rubato delle carte di credito in occasione di una serata in cui Conversano era stato suo ospite. Anche gli altri due imputati avrebbero fatto affermazioni diffamatorie nei confronti dell’ex calciatore.

Da lì era scattata la denuncia del 32enne ex calciatore delle giovanili del Lecce, e la relativa apertura di un fascicolo, di cui è titolare il sostituto procuratore della Repubblica Carmen Ruggiero, che a ottobre 2011 aveva convocato l'ex “tronista” in procura in qualità di persona offesa. Durante l'ascolto, durato circa un'ora, il 33enne leccese confermò quanto già evidenziato nella denuncia, spiegando di non aver mai sottratto nulla a Mora, facendo anche delle precisazioni riguardo ai rapporti lavorativi tra i due.

Nei mesi scorsi, su richiesta del pubblico ministero, i carabinieri avevano già proceduto ad acquisire la registrazione della puntata oggetto della denuncia, il cui filmato risulta ora agli atti. Mora, invece, è stato sentito dai magistrati milanesi su delega del pubblico ministero di Lecce.

Nel corso dell’udienza Conversano, assistito dagli avvocati Tania Rizzo e Piero Mongelli, si è costituito parte civile, chiedendo un risarcimento danni da devolvere eventualmente in beneficenza. Conversano, sentito come teste, ha ripercorso in maniera molto chiara la vicenda che l’ha visto suo malgrado protagonista.

L’attore salentino ha evidenziato come le accuse ricevute lo abbiano gravamente diffamato, danneggiandolo a livello personale e professionale. Il 33enne ha inoltre spiegato di non essere mai entrato in possesso di oggetti di Mora, ma di aver semplicemente frequentato la sua agenzia insieme a decine di altre persone. Inoltre ha specificato di aver partecipato solo a serate di beneficenza, senza aver ricevuto alcun compenso.

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