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Cronaca

Protesi e mazzette, funzionaria e rappresentante arrestati in flagranza

Arrestati dai finanzieri la responsabile amministrativa del settore per l'Asl di Lecce, Carmen Genovasi, 46enne, e un dipendente di una ditta, Giuseppe Bruno, 57enne di Galatina

LECCE – Corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio con turbata libertà del procedimento di scelta del contraente da parte della pubblica amministrazione e falso ideologico in atto pubblico. Sono i reati per i quali i militari della guardia di finanza del Nucleo di polizia economico finanziaria di Lecce questo pomeriggio hanno arrestato, in flagranza, Carmen Genovasi, 46enne, responsabile amministrativo del settore Assistenza protesica dell’Asl di Lecce e un rappresentante di una ditta leccese, Giuseppe Bruno, 57enne, residente a Galatina.

Il tutto è maturato nell’ambito di un’indagine sul contrasto della corruzione nell’ambito della pubblica amministrazione e dell’impiego illecito di risorse pubbliche nel periodo dell’emergenza epidemiologica e sanitaria, al momento ancora in atto. Le indagini, coordinate dalla Procura di Lecce, avrebbero così consentito di far emerge un sistema illecito, ai danni dell’Asl di Lecce, in cui di mezzo ci andati la funzionaria dell’ente e diversi soggetti attivi nel settore del commercio di protesi, sia ortopedici, sia audiometrici. Il sistema, quello di sempre, basato sullo scambio di denaro contante e altre regalie. In questo caso l’arresto è scattato in flagranza, ma si presume che l’inchiesta sia più ampia.

Foto-67-33Stando a quanto verificato dai finanzieri comandanti dal colonnello Francesco Di Sabato, il funzionario avrebbe assegnato direttamente le pratiche a singoli imprenditori, ignorando il diritto di scelta del paziente. In questo modo, avrebbe garantito ai privati un vantaggio patrimoniale illecito, ai danni della stessa Asl, spesso costretta a fornire ausili protesici pagandoli più del dovuto e magari non realmente adeguati alle necessità del paziente.

Nel caso in questione, l’arresto è avvenuto in flagranza. Il dipendente di un’impresa leccese sarebbe stato colto durante la consegna di una “bustarella” contenente 850 euro in contanti in cambio di prescrizioni già autorizzate da portare, successivamente, all’incasso all’Asl di Lecce. La funzionaria e il 57enne sono difesi, rispettivamente, dagli avvocati Simona Ciardo e Carlo Caracuta.

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