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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

“Re Artù”, l’udienza preliminare: la Regione Puglia parte civile contro tutti

Si costituiscono anche Asl e Sanitaservice per il filone legato all'ambito sanitario, in una vicenda in cui fra i principali imputati spicca l'ex assessore Ruggeri. Rinvio fissato al 31 gennaio, quando sarà entrata in vigore la riforma Cartabia

LECCE - Si è aperta oggi l’udienza preliminare nell’ambito dell’inchiesta ribattezzata “Re Artù” che vede al centro, fra i principali indagati, l’ex senatore e assessore regionale al Welfare Totò Ruggeri, 72 anni, di Muro Leccese, ma anche altre ventidue persone, fra cui ulteriori esponenti della vita politica e imprenditoriale salentina. Allo stesso Ruggeri, che è difeso dagli avvocati Salvatore Corrado e Giuseppe Fornari, e che si trova ai domiciliari dallo scorso 7 luglio, la possibilità di recarsi al lavoro dalle 9 alle 12 per quattro giorni alla settimana.

Oggi, presso l’aula bunker del carcere di Borgo San Nicola, sono state discusse alcune questioni preliminari e vi è stata la costituzione di parte civile, fra gli altri, della Regione Puglia dell’Asl di Lecce, di Sanitaservice e della società privata Tecnomed, la contro tutti gli imputati, le altre per quanto il filone dell’inchiesta più strettamente legato all’ambito sanitario. Il giudice Sergio Tosi ha poi rinviato l’udienza preliminare alle 9,30 del 31 gennaio per discussioni del pubblico ministero Alessandro Prontera e degli avvocati difensori. 

In quella data saranno eventualmente richiesti riti alternativi (diversi richiederanno l’abbreviato) e, soprattutto, sarà entrata in vigore da un giorno la riforma Cartabia che, rivedendo l’articolo 425 codice di procedura penale, riscrive i canoni dell’udienza preliminare, assegnando criteri valutativi più incisivi al giudice.

Corruzione, traffico di influenze illecite e falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici sono i reati contestati a vario titolo. Nella vicenda spicca il ruolo di Ruggeri, al centro di una serie di presunti episodi di corruzione, come favori in ambito lavorativo in cambio di sesso, oppure di aragoste e vino (ma la questione è ovviamente più articolata).

Gli altri imputati sono Antonio Ermenegildo Renna, 67 anni, di Alliste, commissario straordinario unico dei consorzi di bonifica; il consigliere regionale Mario Romano, 72, di Matino; Massimiliano Romano, 52, di Matino;  l’ingegnere Emanuele Maggiulli, 56, di Muro Leccese, ex dirigente dell’Ufficio tecnico di Otranto; il sindaco di Scorrano, Mario Pendinelli, 57 anni;  Antonio Greco, 49, di Carpignano Salentino; il commercialista Giantommaso Zacheo, 50, di Carpignano; il medico Elio Vito Quarta, 77 anni, di Carmiano; l'imprenditore Fabio Marra, 55, di Galatone; Pierpaolo Cariddi, 56, nelle vesti di sindaco di Otranto; l’ex direttore generale della Asl Lecce Rodolfo Rollo, 61, di Cavallino; suor Margherita Bramato, 72, di Tricase; Luigi Marzano, 75, di Leverano; Vito Caputo, 61, di Nardò; Silvia Palumbo, 40, di Racale; Michele Antonio Adamo, 68, di Nardò; Giuliana Lecci, 37, di Montesano Salentino; Roberto Aloisio, 50, di Maglie; Graziano Musio, 67, di Matino; Luigi Antonio Tolento, 37, di Soleto; Antonio Specchia, 37, di Serrano (frazione di Carpignano Salentino); Paolo Vantaggiato, 64, di Neviano.

Oltre ai già citati legali di Ruggeri, fanno parte del collegio difensivo: Gianluca D’Oria, Massimo Manfreda, Luigi Covella, Francesco Fasano, Gabriella Mastrolia, Francesco Vergine, Stefano De Francesco, Giuseppe Lelio, Luigi Corvaglia, Pierluigi Portaluri, Dario Congedo, Mario Coppola, Antonio Quinto, Corrado Sammarruco, Antonio Costantino Mariano, Francesco Romano, Carlo Viva, Sabrina Conte, Maria Greco, Francesca Conte, Dario Paiano, Demitri Conte, Remo Cagnazzo, Giovanni Montagna, Maria Antonietta Martano, Gaetano Castellaneta, Donato Sabetta.

Nell’inchiesta è stata stralciata solo una posizione, quella di Giancarlo Ferilli, 59 anni, di Tuglie, accusato di traffico di influenze illecite perché avrebbe consegnato la somma di 8mila euro a Mario Romano, in cambio del superamento del concorso in Arpal di un suo familiare. L’uomo ha chiesto, attraverso il suo avvocato Alessandro Greco, di chiudere il suo conto con la giustizia, patteggiando tre mesi di reclusione, col beneficio della pena sospesa, e ora la richiesta è al vaglio. 

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