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Cronaca Rudiae / Via Montello

Nel biglietto insanguinato mappa e annotazioni su come agire

Spunta uno dei fotogrammi che potrebbero ritrarre il killer di Eleonora e Daniele. Il quale ha perso nella lotta un biglietto su cui si indicano le zone per scansare le telecamere e altri dettagli

LECCE – Abiti scuri, cappuccio in testa, zaino in spalla di colore chiaro e che ricorda quel giallo riferito dai testimoni ai carabinieri. È forse la sagoma del misterioso assassino di Eleonora Manta, originaria di Seclì, dipendente dell'Inps di Brindisi, e Daniele De Santis, leccese, noto come arbitro in serie C? Nessuno ne ha la certezza assoluta, sia chiaro. Nemmeno gli stessi investigatori. Ma la possibilità è elevata. Il fotogramma, che risale alla sera del duplice omicidio, è stato pubblicato in esclusiva sull’edizione odierna de La Gazzetta del Mezzogiorno.

Secondo quanto riporta il giornale, sarebbe stato acquisito da una videocamera pubblica collocata su un palo di via Rudiae, poco prima dell’incrocio con via Diaz e della sottovia ferroviaria. Un percorso più che plausibile, per chi conosce bene, mentalmente, la mappa di Lecce, se si desume che l’assassino sia transitato anche in via Don Bosco, da cui si raggiunge in pochi istanti in via Montello, luogo dove ha sede il condominio in cui si è consumato l’orribile massacro. Il fotogramma è al vaglio degli investigatori insieme ad altri filmati di tutta l’area della stazione ferroviaria e, di certo, anche se effettivamente dovesse rappresentare la figura dell’assassino, non è di qualità eccelsa.

Ma di quanto materiale video sono in possesso, realmente, gli investigatori? Ve n’è altro, indubbiamente, ma forse non molto. Ma soprattutto, che vi sia stata una pianificazione meticolosa, forse di giorni, con tanto di sopralluoghi, è accertato da un altro dettaglio, molto inquietante. In un biglietto trovato intriso di sangue durante il sopralluogo, ed evidentemente perso nel corso delle concitate fasi del feroce delitto, l’assassino aveva disegnato una dettagliata mappa che rappresenta tutti i punti da attraversare per deviazioni rispetto alle le telecamere. Intorno alla stazione ve ne sono diverse. Furono installate negli anni scorsi come deterrente per il noto problema di prostituzione, risse, vagabondaggio.

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A riferirlo, oggi, i telegiornali di Mediaset, citando il Ris dei carabinieri. Notizia di cui abbiamo avuto conferma da nostre fonti riservate, con un dettaglio ulteriore: non solo vi sarebbe stata una mappa, ma anche varie annotazioni. Per esempio, quale tipo di guanti utilizzare, ovvero quelli in pelle di cui si è riferito fin dal primo articolo. Più altro che ancora non trapela ma che si può facilmente ipotizzare, legato sempre alle azioni compiere.

Insomma, il ricco promemoria di chi ha studiato la scena in ogni dettaglio e ha voluto portare con sé gli appunti per evitare di compiere errori vistosi. Come un attore sul palco che abbia necessità del suggeritore per non dimenticare una battuta e rovinare la rappresentazione. Un’accuratezza che rende tutto ancor più agghiacciante, se già non lo fosse quell’accanimento sulle vittime che supera ogni immaginazione.

Ma mappa e annotazioni possono suggerire anche che l’assassino provenisse da fuori città? Non necessariamente. Anche un leccese che dovesse conoscere molto bene la zona in questione, potrebbe avere difficoltà a memorizzare un percorso quanto più lontano da occhi elettronici, quindi fatto di passaggi incrociati in più vie. Specie avendo deciso di compiere un simile crimine e, quindi, essere consapevole di possibili reazioni emotive tali da annebbiare la mente.

Ma, per quanto scrupolosa sia stata l’azione del misterioso killer, non tutto è andato come nei suoi piani. Già perdere quel biglietto nel corso della colluttazione è stato un serio problema, una traccia importante lasciata in mano agli investigatori. E, in ogni caso, scansare davvero tutte le telecamere è stato impossibile. Che non sia il delitto perfetto, è nelle cose.  

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