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Cronaca

Sanitaservice, due nuove assunzioni per le derattizzazioni. Stop di Cgil

Il sindacato esprime parere contrario perchè la Asl di Lecce ha già le mani legate dal piano di rientro sanitario. "Impiegare le risorse economiche per migliorare la precarietà economica dei lavoratori in regime, fino al full time”

 

LECCE - Nell’incontro tra Sanitaservice, la società in house creata dalla Asl di Lecce, e le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto nazionale della sanità privata, avvenuto il 26 ottobre, l’amministratore unico Luigi De Santis ha presentato la necessità di assumere due unità di personale da adibire al servizio di derattizzazione.
 
La segreteria provinciale di Fp Cgil, in quella sede, si è opposta sostenendo ragioni nettamente contrarie. Innanzitutto, "in tutti i precedenti incontri dalla nascita di Sanitaservice a oggi, c’è stato sempre un impegno unanime e condiviso ad utilizzare tutte le risorse economiche che si sarebbero rese disponibili, per consentire alle centinaia di lavoratori in regime di part-time di raggiungere un contratto a tempo pieno", spiegano i sindacalisti riferendosi alla platea di lavoratori internalizzati che è gradualmente aumentata negli anni.
 
Il processo di riorganizzazione della rete sanitaria salentina, caratterizzato da chiusure e riconversione di intere strutture, secondo Cgil richiederebbe anche alla società in house "maggiore cautela e una minuziosa razionalizzazione del personale in servizio". Ciò dovrebbe avvenire "attraverso un percorso di mobilità del personale attento e condiviso con le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto della sanità privata, uniche titolate a sottoscrivere accordi aziendali con Sanitaservice".
 
E mentre il socio unico di Sanitaservice, l'Asl di Lecce, è costretta dal piano di rientro regionale a non assumere, a non riconfermare incarichi a personale medico e paramedico, ad attendere una deroga dal governo centrale per le assunzioni che possono meglio garantire i livelli essenziali di assistenza, la società in house starebbe procedendo in direzione inversa.
 
"A tal proposito ci si chiede quali sono le vere finalità di questa operazione – incalza Cgil - atteso che per ottenere lo stesso risultato si potrebbe procedere alla formazione specifica di alcuni dipendenti, senza ricorrere a sprechi inutili di risorse economiche".
 
La proposta del sindacato è quella di impiegare le medesime risorse "per assicurare la tanto sospirata integrazione oraria ai lavoratori in regime di par-time, per renderli più liberi da quella precarietà economica, oggi rappresentata da magri stipendi percepiti in ragione di poche ore di lavoro al giorno".
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