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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Viale della libertà

L'ultima frontiera dei furti in città: le maniglie dei portoni d'ingresso dei condomini

Ogni notte i ladri s'impossessano dei pomelli dei palazzo. Viale della Libertà, via Imperatore Adriano, via Antonio D'Andrea, per segnalare qualche episodio recente. E la banda arrestata in via Orsini Ducas, che ne aveva presi a bizzeffe. Un fenomeno che può apparire curioso, ma da non sottovalutare

LECCE – Un giorno potreste rientrare a casa e, compiendo il gesto meccanico di aprire il portone d’ingresso, senza neanche gettare un’occhiata preventiva, ritrovarvi a vacillare, rischiando di finire sul marciapiede, afferrando l’aria invece della solita maniglia.

Benvenuti a Lecce, dove anche i pomelli fanno gola ai ladri. L’ultima frontiera del furto, e meglio se siano d’ottone. Vecchi o nuovi, non importa: tanto la loro destinazione è di solito un forno, per la fusione. Furti di piccolo spessore, certo, nondimeno fastidiosi come qualsiasi forma di sottrazione. Il cugino di città della ruberia di infissi, prerogativa dei furfanti che praticano le marine.

Spesso non si parla di queste forme di piccola delinquenza, perché può accadere che i derubati (siano singole famiglie o interi condomini) non si prendono neanche il disturbo di una denuncia. Ed è uno dei motivi per cui proliferano indisturbate, o quasi. Ma è bastato che il cronista desse uno sguardo nel pomeriggio sotto casa, senza andare troppo lontano, per scoprire che al civico 60 di viale della Libertà c’erano solo fori nel legno laddove fino al giorno prima erano fissate due lunghe maniglie d’ottone. Qualcuno è passato nella notte armato di cacciavite, e via.

Una sola telefonata a conoscenti, ed ecco spuntare altri due casi: condominio al civico 1 di via Antonio D’Andrea, zona Salesiani (caso di meno di una settimana addietro, foto nella pagina), e un altro in viale Imperatore Adriano (pressappoco stesso periodo). Tre episodi scoperti in due minuti e senza approfondire troppo. E allora, si può immaginare che i casi siano decine, forse di più.

maniglie (4)-2D’altro canto, basta riavvolgere di poco il nastro della memoria e tornare alla notte fra l’8 e il 9 marzo scorso, quando una volante di polizia s’è imbattuta per puro caso in tre individui che entravano e uscivano dall’ex “Manifattura Pecchiolli”, in via Orsini Ducas, al momento in ristrutturazione. 

Stavano caricando a bordo di un furgone qualsiasi oggetto avesse un valore pur minimo. E fra la refurtiva rinvenuta, non è sfuggito il dettaglio di ben quattordici pomelli di ottone nuovi di zecca, appena staccati dalle porte interne. Ora i tre componenti della banda, tutti leccesi, sono ai domiciliari e ne avranno per un anno. Ma sono soltanto alcuni degli specialisti di questo tipo di crimini, un tempo prerogativa soprattutto degli stranieri dell'est europeo, oggi diffusi anche fra gli italiani.   

Sono fenomeni che possono in qualche caso apparire curiosi, ma comunque da non sottovalutare affatto. In tutta Italia casi analoghi avvengono ogni giorno. E l’ottone, insieme all’alluminio, è il metallo non ferroso con le quotazioni più alte dopo il rame. Quest’ultimo è chiamato “oro rosso” per il suo valore. Può essere riciclato fino al 100 per cento. E un solo chilo di rame può essere pagato fino a 10 euro. Di solito i metalli prendono due vie: rottamai o fonderie. La richiesta, specie all’estero, è piuttosto alta. 

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