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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Via Fiume

Ladri acrobati in casa di avvocato e insegnante: furto da 40mila euro

I furfanti si sono arrampicati dal tubo del gas, salendo su un balcone e forzando una porta-finestra. Presi orologi, collane, orecchini e altri preziosi. Sul posto la polizia

LECCE – Farebbero fortuna come trapezisti del circo. Ma evidentemente gli va bene così. A “lavorare” nelle case, i famigerati ladri acrobati in grado di arrampicarsi sui tubi senza essere visti da anima viva, trovano “compensi” più lauti.

La brutta sorpresa di rientrare e trovarsi alleggeriti di oggetti preziosi è capitata ieri sera a una giovane coppia leccese sulla quarantina: lui avvocato, lei insegnante. Ed è stato un colpo di una certa entità: a occhio e croce, il valore degli oggetti spariti potrebbe aggirarsi attorno ai 40mila euro.

I coniugi vivono al primo piano di una palazzina familiare nel rione San Pio. Sotto, nell'abitazione al piano rialzato, erano presenti i genitori della donna. Nell'appartamento accanto, una zia. Ma nessuno ha sentito nulla. Oltre a essere abili, sono anche molto silenziosi, questi ladri. Ed è l’aspetto più inquietante. Entrano, frugano, rubano e fuggono senza lasciar cadere uno spillo per terra. Tutto questo, negli orari più impensabili.

Questa volta è successo in un arco temporale piuttosto ristretto. In quell’appartamento, in via Fiume, i proprietari sono mancati appena un paio di ore nel tardo pomeriggio: dalle 18 alle 20. E al rientro non si sono nemmeno accorti subito di quanto avvenuto. La porta di casa era chiusa con più mandate. Solo dopo aver varcato la soglia e acceso la luce, hanno notato oggetti fuori posto e cassetti spalancati. In pochi istanti, hanno preso coscienza di quanto avvenuto. Non hanno potuto fare altro che chiamare la polizia. Sul posto è giunta una volante.

Il sopralluogo ha permesso di scoprire la dinamica. Sul retro dell’immobile vi sono un garage e un giardino. E’ una zona più buia della palazina. L'ideale proprio per loro, i furfanti. Si sono issati sfruttando il condotto del gas. Era l’unico modo. Saliti sul balcone, hanno forzato una porta-finestra che si affaccia sul soggiorno, sollevandola e facendola uscire dai cardini.

Superato l’ultimo ostacolo, hanno avuto tutto il tempo di rovistare e appropriarsi degli oggetti di maggior valore: anelli, una collana antica ereditata da una nonna, bracciali della donna e altro ancora. Così come tre orologi di marca di pregio dell'uomo. Oggetti rivestiti anche di un forte valore affettivo. Ricordi che se ne vanno via, dei primi 18 anni o del matrimonio, o magari regalati da parenti con cui si hanno particolari legami. Una violenza psicologica che si aggiunge al danno economico. E l'amara consapevolezza che ritrovare la refurtiva sarà forse impossibile. 

La presenza di più persone al piano di sotto non ha scoraggiato i malviventi, che si sono subito indirizzati verso la stanza da letto, non mancando di rovistare anche altrove. Purtroppo non c’erano neanche allarmi. L’avvocato si è recato questa mattina in questura per sporgere la denuncia.

Il piano che sembra studiato nei dettagli. Come sempre, quando si tratta di "professonisti": nulla appare improvvisato. La sensazione è che abbiano verificato gli spostamenti per più di qualche giorno per capire quale potesse essere l'attimo buono per passare all'azione. Ed è possibile anche che lungo la via vi fosse almeno un complice a fare da “palo”.

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