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Cronaca

"Accecato dalla gelosia, può sparare di nuovo": il 20enne rimane in carcere

Per il gip Rizzo misure meno afflittive sarebbero rischiose. Non ha creduto alla versione dell'intimidazione agli amici della ex: troppi colpi, esplosi tutti ad altezza d'uomo

LECCE – Se avesse voluto semplicemente intimidire la sua ex ragazza e il gruppo (o anche solo qualcuno in particolare del gruppo) che quella notte l’accompagnava, senza voler davvero uccidere nessuno, avrebbe avuto due altre vie: limitarsi a brandire la pistola in mano o, al peggio, sparare proiettili in aria.

Invece, il fatto che siano partiti diciotto colpi, con più raffiche, per giunta tutti ad altezza d’uomo, le testimonianza stesse delle vittime che si sono sentite concretamente minacciate di morte da tutta quella raffica di pallottole e le immagini che hanno catturato alcuni impianti di videosorveglianza, sono stati elementi più che sufficienti per il giudice per le indagini preliminari Marcello Rizzo per convalidare il fermo e adottare una misura cautelare per la quale Ibrahim Rudi, 20enne di Galatina, resta in carcere, come da richiesta del pubblico ministero Maria Consolata Moschettini.

Come prevedibile, nessun colpo di scena nel giorno dell’udienza di convalida per il caso avvenuto a Gallipoli alle prime ore del 10 agosto. Il giudice Rizzo non ha creduto alla versione di Rudi, quella di un atto dimostrativo che non avrebbe dovuto fare vittime, ha rimarcato che avrebbe potuto in quel caso usare la pistola in altre maniere, persino senza esplodere un singolo colpo, e ha ritenuto  che se non fosse recluso in cella, vi potrebbe essere il rischio di recidiva, ritenendo il giovane inaffidabile e, testualmente, “accecato dalla gelosia”.

Non solo. Sempre secondo il giudice, misure meno afflittive non sarebbero praticabili, perché il 20enne potrebbe eluderle e agire di nuovo o trovare il modo incaricare altri di ritorsioni verso la sua ex, i suoi amici, le loro famiglie.

GAL 4-2

Dal canto suo, Rudi, difeso dall’avvocato Simone Viva, ha ribadito davanti al giudice per le indagini preliminari quanto già riferito il giorno del fermo al cospetto di pubblico ministero e carabinieri della compagnia di Gallipoli che si sono occupati del rintraccio dopo la fuga: sua intenzione non era quella di uccidere in primis la sua ex, una giovane di 26 anni di Cutrofiano, e gli altri quattro (sorella della ragazza e un loro cugina), ma spaventare in particolare i due ragazzi, anche loro cutrofianesi. Tutto questo, nella convinzione che uno di loro abbia una relazione con la ex, con la quale aveva rotto una relazione sentimentale da pochi giorni.

Il giovane ha ribadito anche come fosse sua intenzione esplodere un singolo colpo, ma di non aver mai sparato prima in vita sua, trovandosi quindi in difficoltà con una pistola mitragliatrice (arma che, va detto, ancora non è stata trovata). Insomma, a suo dire avrebbe premuto il grilletto una sola volta. Ma il giudice si è allineato con il pubblico ministero, ritenendo che fosse evidente l’intenzione di colpire qualcuno, senza riuscirvi per motivi indipendenti dalla sua volontà.

Quella notte è stato un carabiniere fuori servizio, in vacanza nel Salento, a richiedere soccorso. Stava passeggiando con un amico, quando si sono uditi i colpi, scambiati all’inizio per petardi, salvo poi ritrovarsi sotto il porticato di via Kennedy faccia a faccia con la sorella della ex di Rudi, sotto choc, la quale ha subito rivelato chi fosse l’autore della sparatoria, aggiungendo come fossero ricorrenti da qualche tempo le minacce, cioè da quando i due si erano lasciati.

GAL 5-2

Secondo la successiva ricostruzione, la comitiva sarebbe stata raggiunta all’improvviso dal 20enne, nel centro di Gallipoli, accompagnato da uno dei due amici che successivamente sono stati indagati per favoreggiamento, mettendosi a sparare all’improvviso. E le vittime hanno confermato come la sensazione fosse quella di colpi tutti indirizzati versi di loro, tanto da essere esplosi ad altezza d’uomo. Una scena agghiacciante, con il fuggi-fuggi generale per trovare riparo. E ulteriore riscontro proviene dai filmati registrati dagli impianti di videosorveglianza più vicini al luogo della sparatoria, in cui si noterebbe Rudi sparare a poi fuggire.

Non molte ore dopo la fuga, il giovane è stato rintracciato fra Novoli e Villa Convento da una pattuglia di carabinieri, in compagnia di due amici, un 20enne di Sogliano Cavour e un 32enne novolese (questi ultimi poi indagati in stato di libertà per favoreggiamento), dopo aver cercato di bruciare gli abiti indossati per alterare le prove. Il 20enne di Galatina, finito in manette, risponde di tentato omicidio plurimo aggravato e detenzione e porto illegale di armi da guerra.

GAL 6-2

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