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Cronaca

Ultras, cadono associazione e tentato omicidio per Palazzo. Gli altri a giudizio

Il 25enne leccese era accusato per la bomba carta contro i carabinieri. Condannato ad un solo anno, come per un 33enne di Carpignano Salentino. Assolto un 28enne di Leverano. Gli altri ultras giallorossi rinviati a giudizio

LECCE – Rischiava nove anni di carcere, come da richiesta del pubblico ministero Ennio Cillo. E' stato condannato ad un solo anno, pena sospesa, per resistenza a pubblico ufficiale e partecipazione a manifestazione non autorizzata. Una condanna scaturita dall’aver lanciato un fumogeno. Una delle sentenze più attese, nell'ambito del più ampio processo a carico di oltre una trentina di ultrà giallorossi, quella nei confronti di Juri Palazzo, 25enne, leccese, è stata emessa oggi dal gup presso il tribunale di Lecce, Annalisa De Benedictis, nel corso del giudizio in abbreviato, rito scelto anche da altri due imputati.

Palazzo, difeso dagli avvocati Giuseppe Milli e Renata Minafra, rispondeva, in particolare, di tentato omicidio. Il 16 marzo del 2008, durante i festeggiamenti organizzati dai sostenitori della Curva Nord, contro una camionetta blindata dei carabinieri, fu lanciata una bomba carta. Un ordigno di fattura artigianale, eppure piuttosto potente. A causa dell'esplosione la Jeep, infatti, subì seri danni. Solo il caso volle che nessun militare rimanesse seriamente compromesso.

Altro capo d'imputazione particolarmente grave che gli veniva contestato, e che è a sua volta caduto, quello di aver fatto parte di un'associazione per delinquere. Un aspetto che potrebbe avere risvolti nel procedimento con il rito ordinario nei confronti di altre trentatré persone, tutte rinviate a giudizio nell'udienza preliminare odierna, con udienza fissata presso la seconda sezione penale del tribunale di Lecce il primo luglio del 2013.

E' evidente, dunque, nel caso di Palazzo (che ha scontato più di quattro mesi di custodia cautelare), come sia caduta la tesi investigativa, già ampiamente contesta dai suoi legali che, nelle udienze precedenti, attraverso riscontri e perizie di natura tecnica, erano stati in grado di dimostrare come il loro assistito al momento del lancio non si trovasse dietro la siepe da cui partì l'ordigno, ma in una posizione diversa, a quanto pare incompatibile con la traiettoria assunta dalla bomba carta. Fondamentale si è rivelato, in tal senso, l’ausilio di un video girato da una persona estranea ai fatti. Su quel video (senza di cui, probabilmente, la vicenda avrebbe avuto un diverso epilogo), che ha di fatti dimostrato come l’imputato non potesse aver lanciato l’ordigno, si era accesa una disputa tra accusa e difesa, a colpi di perizie e controperizie.

foto-93-2“E’ un peccato che quel video – ha commentato l’avvocato Milli – consegnato spontaneamente dalla difesa alla Procura, non abbia evitato lunghi anni di processo e gogna mediatica al nostro assistito, la cui foto, coperto da una banda nera come un qualsiasi criminale, è finita più volte sui giornali”. Il video, infatti, ha portato alla scarcerazione di Palazzo ma non gli ha evitato il processo. La sua innocenza, però, è stata riconosciuta dal gup.

E’ emerso, infatti, che non solo l’imputato era lontano dal luogo dove è stata lanciata la bomba carta, ma che il carabiniere che si trovava vicino alla camionetta non poteva averlo riconosciuto perché di spalle, e che quindi la ricostruzione dei fatti operata dagli investigatori era errata. “Siamo soddisfatti della sentenza – ha commentato l’avvocato Minafra – , e del fatto che il giudice abbia sposato in pieno la tesi difensiva”.

Altro imputato processato con rito abbreviato, Nicola Luciano Rizzo, 33enne di Carpignano Salentino. Era stato accusato di danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di materiale esplodente, in occasione di una gara del Lecce con l'Inter del 2008. L'accusa aveva invocato tre anni, il giudice l'ha condannato, come per Palazzo, ad un solo anno con pena sospesa. L'uomo era difeso dall'avvocato Francesco De Giorgi.

Terzo imputato odierno, Rocco Durante, 28enne di Leverano, anch'egli difeso dall'avvocato Giuseppe Milli. Durante è stato completamente assolto per un episodio di lancio di fumogeno allo stadio. Era stato lo stesso procuratore a invocare la sua assoluzione, non essendovi sufficienti elementi per provare un'eventuale colpevolezza.

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