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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Inchiesta in ateneo: dopo ottantuno giorni Emilio Miccolis ritorna in libertà

L'ex direttore generale dell'Università del Salento lascia la detenzione domiciliare. Questa volta i giudidi del riesame hanno accolto le richieste formulate dagli avvocati Viola Messa e Daniele Montinaro. La vicenda giudiziaria nata dagli esposti presentati da due sindacalisti

LECCE – È tornato in libertà, dopo 81 giorni di detenzione agli arresti domiciliari, Emilio Miccolis, ex direttore generale dell'università del Salento, arrestato nei giorni scorsi per tentata concussione nell’ambito di una delle inchieste sulla gestione dell’Ateneo salentino. I giudici del Tribunale del Riesame del capoluogo salentino hanno accolto l'istanza di scarcerazione presentata dai legali di Miccolis, gli avvocati Viola Messa e Daniele Montinaro, lasciando però a suo carico la misura interdittiva, per sei mesi, relativa al ruolo di dirigente universitario.

I giudici dunque sembrano aver condiviso (bisognerà attendere il deposito delle motivazioni) la linea difensiva con cui, come nel lungo interrogatorio di garanzia, attraverso riscontri precisi e dettagliati, l’ex direttore generale ha smontato passo dopo passo l’ipotesi accusatoria, fornendo al gip Antonia Martalò - che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti (degli arresti domiciliari) - risposte ed elementi a sua discolpa. I legali di Miccolis hanno messo in evidenza, oltre alla mancanza dei gravi indizi di colpevolezza, come non vi fossero le esigenze cautelari.  Emilio Miccolis riveste attualmente la carica di direttore del personale presso la sede di Brindisi dell’Università di Bari, e quindi non sarebbe in grado di reiterare il reato, svolgendo altre funzioni rispetto a quelle contestate al momento dei fatti e in un’altra città.

A dare avvio all’inchiesta sono stati gli esposti presentati in Procura da due sindacalisti: Manfredi De Pascalis e Tiziano Margiotta, che hanno consegnato nelle mani dei magistrati documenti e registrazioni audio. Già una prima istanza di scarcerazione era stata presentata - senza successo - ai primi di agosto, ma in quella sede si era determinata una separazione, nella valutazione del giudici, tra l'attendibilità dei denuncianti e la capacità probatoria delle registrazioni, ritenuta molto meno solida.

La prima denuncia sporta da Tiziano Margiotta, assistito dall’avvocato Benedetto Scippa, risale al mese di ottobre 2012. Ed i reati ipotizzati dal legale, che a sostegno della querela consegnò agli inquirenti tutto il materiale informatico raccolto, inizialmente comprendevano anche l’ingiuria e la minaccia. Dalle carte dell’inchiesta sarebbe emersa una gestione dell’Ateneo salentino basata sulle promesse di denaro e trasferimenti. Promesse e offerte per “piegare” i personaggi scomodi all’interna dell’Università. In altri casi, per chi si fosse rifiutato di cedere, la strada da percorrere era quella delle minacce e dei provvedimenti. Ipotesi ora al vaglio degli inquirenti, che stanno passando al setaccio le registrazioni e le carte dell’inchiesta, tra cui i dati contenuti sui cellulari e sui pc in uso all’ex direttore.

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