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Cronaca

Morosità, imminenti tagli a luce e acqua. Gli amministratori sul piede di guerra

Anaci, Anaip, Anapi e Unai battono i pugni e chiedono la convocazione urgente di un tavolo di confronto con il prefetto, lo Iacp e le istituzioni. I versamenti ai fornitori sono stati sospesi per mancati o ritardati pagamenti e gli amministratori sono in bolletta. Soluzione subito o cause legali

LECCE – L’emergenza morosità nelle autogestioni e negli alloggi dello Iacp inizia a farsi pressante. Gli amministratori sono in bolletta e i servizi rischiano di saltare del tutto. Una vera e propria concatenazione di eventi sta dunque mettendo in ginocchio molti cittadini.

I versamenti ai fornitori, infatti, sono stati sospesi per mancati o ritardati pagamenti da parte degli inquilini, di cui i più sarebbero abusivi e indigenti, con danno anche per coloro i quali sono in regola. Alcuni servizi, dunque, sono già stati interrotti e in breve lo saranno anche gli altri: luce, acqua, ma anche manutenzione degli ascensori, cura degli spazi verdi comuni, pulizia delle scale, spurgo dei pozzi neri. Solo per citarne alcuni.

Incontri con l’ente, ma anche in Provincia, presso il Comune di Lecce e in altre sedi, non sembra abbiano sortito effetti, come denunciano oggi le associazioni degli amministratori. Anaci, Anaip, Anapi e Unai battono i pugni e chiedono la convocazione urgente di un tavolo di confronto con il prefetto, lo Iacp e le istituzioni.

Gli amministratori, infatti, sostengono non solo di non percepire nemmeno il compenso per l’incarico ricevuto, ma anche di vedersi impossibilitati a garantire i servizi di base. Luce e acqua in primis.

“Di questa situazione se ne sarebbe già dovuta far carico lo Iacp, in base all’articolo 38 della legge regionale 54 del 1984”, dicono gli amministratori. “Tale norma stabilisce espressamente che gli assegnatari che si rendano morosi sono considerati a tutti gli effetti inadempienti degli obblighi derivanti dal contratto di locazione”.

“L’ente gestore – proseguono - versa all’autogestione le quote insolute e procede nei confronti degli assegnatari morosi per il recupero delle somme versate”. Ma l’Istituto autonomo case popolari “continua a prendere tempo, mentre gli amministratori sono ormai allo stremo”, scrivono ancora le associazioni. Le quali sono ormai sul piede di guerra: convocazione a breve di un confronto risolutivo da parte del prefetto o carte bollate.

Insomma, senza una soluzione, la minaccia è dietro l’angolo: “Inviteremo i nostri associati ad adottare le iniziative che riterranno più opportune nelle sedi competenti per il recupero coattivo delle somme dovute e, contestualmente, a rinunciare, in massa, a tutti gli incarichi conferiti dall’ente proprietario”.

In base alla nuova normativa condominiale, applicabile anche alle autogestioni, gli amministratori devono agire in giudizio entro sei mesi dall’approvazione del bilancio. Da qui la considerazione delle associazioni: si rischierà di assistere a un aumento imponente del contenzioso, con nuovo aggravio sul bilancio dell’ente, oltre alla richiesta di risarcimento da parte degli amministratori per gli eventuali danni subiti.

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