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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Associazione mafiosa, sequestro per 1,3 milioni di euro a 47enne

Sigilli a beni mobili ed immobili per un valore milionario riconducibili a Lucio Riotti, della provincia di Lecce, già condannato con sentenza definitiva per associazione mafiosa. L'operazione eseguita dalla guardia di finanza

LECCE – Il suo conto con la giustizia lo aveva pagato, condannato, come era stato, per associazione mafiosa, sentenza definitiva. Lucio Riotti, 47 anni, di Lecce, è oggi un uomo libero, pur essendo già sottoposto alla misura di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.  Ma i suoi averi, un patrimonio costruito negli anni e stimato dalla polizia tributaria della guardia di finanza del capoluogo salentino per 1 milione e 300mila euro, è risultato immensamente incongruente con le sue dichiarazioni dei redditi raccontate negli anni all’erario, e spuciate dalle fiamme gialle dal ’98 ad oggi.

Per dire, 14mila euro lordi all’anno, una di queste, il massimo dichiarato. E poi quel patrimonio, parte di quegli averi, erano intestati alla convivente (tre immobili, di cui due abitazioni e un garage, due terreni, un altro immobile in costruzione, un magazzino e saldi attivi sui conti correnti bancari) ma anche alla sorella della donna, così come al padre e alla madre.
 
Sarebbe intanto coinvolta anche una terza persona - come è stato detto questa mattina nella conferenza stampa a cui hanno preso parte il comandante provinciale, il colonnello Vincenzo Di Rella e il maggiore Vito Pulieri - la cui posizione è in queste ore al vaglio della guardia di finanza. Potrebbe trattarsi di un altro prestanome a cui sarebbero stati intestati parte dei beni sequestrati. Al centro dell’inchiesta economico-patrimoniale sempre la discrepanza tra i redditi dichiarati  e gli investimenti effettuati. 
 
Ma a poco è servito suddividere quel capitale, perché questa mattina il Nucleo di polizia tributaria ha sequestrato preventivamente il patrimonio riconducibile a Riotti - già direttore sportivo della squadra di calcio del Racale -, dando esecuzione ad un decreto emesso dal Tribunale di Lecce, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. L’operazione, denominata “Biga” (proprio una biga, pare, rientrerebbe finanche tra le proprietà al 47enne leccese), attraverso il decreto legislativo 159 del 2011, una delle prime applicazioni del “codice antimafia”, ha consentito ai finanzieri di porre intanto i sigilli sul patrimonio dell’uomo, in attesa che il tribunale si esprima sull’opportunità, o meno, di procedere successivamente alla confisca vera e propria dei suoi averi o di quelli riconducibili a lui.
 

Alcuni dei beni sequestrati

 
Ed ecco in cosa consiste la ricchezza di Riotti: due terreni a Lecce, sei abitazioni tra Carmiano e il capoluogo salentino, con annessi garage e magazzino, tre auto (due Mercedes benz ed una Nuova Fiat 500), quattro conti correnti bancari con saldi attivi, essendo anche promotore e mediatore finanziario a Carmiano e procacciatore d’affari a Lecce e tre compendi aziendali.
 

 

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