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Cronaca

Diagnosi per il Covid-19, ma non autorizzato: Nas chiude un laboratorio

Controlli in tutta Italia dei carabinieri per la Tutela della salute: rilevate 65 irregolarità. Un caso ha riguardato il Salento: si erogavano test molecolari per individuare l'eventuale positività, ma senza il permesso delle autorità

LECCE – Erogava  test molecolari per la diagnosi del Covid-19 sebbene non avesse l’autorizzazione. Si tratta di un laboratorio di analisi individuato dai carabinieri del Nucleo antisofisticazioni di Lecce nel corso di una serie di controlli pianificati dal comando centrale in tutta Italia. Nei confronti de laboratorio, il cui valore commerciale ammonta a 800mila euro, è stata disposta la chiusura.

Le verifiche sono state svolte d’intesa fra i carabinieri per la Tutela della salute e il ministero della Salute, andando a sondare il mondo delle attività di prelievo e analisi diagnostica per la ricerca del virus Sars-CoV-2. Ebbene, nel corso dell’ultima settimana, sono stati ispezionati 285 aziende e laboratori di analisi, privati e convenzionati, ma anche altre strutture similari che operano nel commercio e nell’erogazione di test di analisi molecolari, antigenici e sierologici.

Le ispezioni, condotte su scala nazionale, hanno rilevato irregolarità presso 67 centri, con la contestazione di 94 fra violazioni penali e amministrative, per un ammontare di 145 mila euro di sanzioni. Il 60 per cento delle violazioni rilevate dai militari del Nas è attribuibile all’inosservanza di norme e comportamenti connessi  con l’applicazione delle misure di contenimento epidemico.

Nel dettaglio, tra le irregolarità più frequenti, è stato rilevato il mancato possesso autorizzativo circa lo svolgimento di attività di prelievi ematici e biologici (tamponi), svolti abusivamente e in ambienti non idonei. Si tratta del 15 per cento delle violazioni contestate e rientra anche il caso del Salento.

Per quanto riguarda l’omessa o la ritardata comunicazione dei casi di positività emersi a seguito delle analisi cliniche sugli utenti, il dato è risultato pari al 14 per cento, rispetto alle sanzioni rilevate. Si tratta di inosservanze ritenute di particolare gravità per la perdita di informazioni utili alla corretta e tempestiva tracciatura di casi e conseguente diffusione incontrollata di situazioni di contagio.

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Sono state inoltre accertate la mancata predisposizione ed attuazione di piani e protocolli preventivi all’interno delle cliniche, come la carenza di procedure gestionali, di prodotti igienizzanti e di sanificazione dei locali (11 per cento) e di requisiti tecnici e professionali nell’esecuzione degli accertamenti diagnostici, riscontrando in sei episodi, a vario titolo, l’assenza di tecnici di laboratorio abilitati e l’uso di reagenti e diagnostici scaduti, comunque impiegati nell’effettuazione delle analisi.

Nel corso delle verifiche, i carabinieri hanno individuato anche l’attivazione abusiva di punti prelievo, ematici e biologici, in aree improvvisate, in assenza di adeguate condizioni igienico-sanitarie. In un caso, è stata avviata una campagna di screening della popolazione, affidata da alcuni Comuni a un laboratorio, senza alcuna comunicazione preventiva all’autorità sanitaria.

Un ulteriore fenomeno rilevato è la vendita al dettaglio ai clienti, presso farmacie o addirittura in erboristeria e profumeria, di kit di analisi sierologiche anticorpali destinati al solo uso professionale sanitario e non adatti all’autodiagnosi. Proprio in tale contesto sono stati sequestrati 153 tra kit di diagnosi e dispositivi medici irregolarmente detenuti per la vendita al dettaglio o per l’effettuazione di analisi. Oltre al caso rilevato dal Nas di Lecce, si segnalano operazioni a Catania (due), Pescara, L’Aquila, Latina, Aprilia, Catanzaro, Reggio Calabria, Campobasso, Bologna e Cremona.

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