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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Lavoro nero e sicurezza, irregolari nel 2013 oltre il 30 per cento delle aziende

Il dato emerge dal consuntivo stilato dai carabinieri del Nil e dalla Direzione territoriale del lavoro. Il settore che regge di più è quello edilizio, dove però si registrano come sempre le più alte percentuali d'irregolarità. Sanzioni per oltre 1 milione di euro alle ditte inadempienti

LECCE – Quale lo stato di salute del lavoro nel Salento? La fotografia attuale ancora una volta è in parte sfocata, sebbene non manchino alcune note positive, pur nella crisi imperante. Inizia a crescere, ad esempio, una certa consapevolezza nell'ambito turistico, mentre sono assenti (o sono comunque fortemente limitati) sul territorio fenomeni che altrove trovano più sponda, come lo sfruttamento del lavoro minorile e l'impiego di extracomunitari in stato di clandestinità.

Lo spaccato complessivo, però, lascia trasparire l'idea che ancora molto si debba fare per raggiungere un livello accettabile. Basti pensare che quasi il 33 per cento delle aziende controllate ha evidenziato irregolarità nel corso delle ispezioni svolte nel 2013 dai carabinieri del Nil, acronimo per Nucleo ispettorato del lavoro. Ovvero, su un totale di 660 controlli, ben 216 le ditte fra piccole, medie e grandi sulle quali s’è posata la lente dei militari, in tema di lavoro nero e sicurezza. E fra queste, il dato singolare è che ben dodici sono risultate del tutto sconosciute alla pubblica amministrazione.

Il consuntivo di fine anno del Nil è stato stilato insieme alla Direzione territoriale del lavoro, ufficio con cui opera in stretta sinergia. E ancora una volta si deve evidenziare come il settore con la maggior incidenza percentuale d’irregolarità sia quello edile: su un totale di 264 aziende ispezionate ben 107 hanno subito provvedimenti di natura amministrativa o penale.

Sono state invece 89  le aziende nel settore degli alberghi e dei pubblici esercizi, 42 quelle agricole, 29 le metalmeccaniche e 17 le alimentari, con irregolarità che sono state rilevate per il 30 per cento di esse. Le ispezioni “tecniche”, vale a dire gli accertamenti tesi alla verifica delle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro, hanno riguardato altre 114 aziende.

I carabinieri del Nil hanno esaminato la posizione di mille e 300 lavoratori, di cui 987 uomini e 313 donne. Di questi, 332 operavano “in nero”, vale a dire più del 25 per cento del totale. E quando la misura supera il 20 per cento del totale dei lavoratori, scatta la sospensione dell’attività imprenditoriale, fatto che s’è verificato in 119 casi.

Sono state contestate 433 sanzioni amministrative per un importo complessivo di 1 milione 26mila 650 euro, di cui 305mila e 169 già riscossi, come pure sono già stati riscossi 178mila euro versati dalle aziende per revocare il blocco delle attività lavorative sospese.

Sessantacinque sono le prescrizioni penali comminate in  materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, per un totale di 72mila e 904 euro, versati dai contravventori in sede di oblazione. Sono 281mila e 408 euro, infine, i contributi previdenziali e premi assicurativi recuperati alle casse dell’Inps e dell’Inail.

Nil e Direzione territoriale del lavoro non mancano neanche di tracciare un’analisi sociale del fenomeno. Nel rapporto di fine, anno, ad esempio, si evidenzia come, “a causa della contrazione ai minimi storici del settore manifatturiero, scarsa è stata l’incidenza numerica e percentuale delle ispezioni in quest’ambito”.

Si aggiunge, inoltre, che “nonostante la grave crisi, invece, l’edilizia continua a rappresentare il settore portante dell’economia salentina”. E che quindi, “in mezzo a molte contraddizioni, esso è risultato quello con il maggior numero di addetti, anche in termini percentuali”.

Non manca qualche nota positiva. “La vigilanza nel settore turistico–alberghiero, concentrata soprattutto nel periodo estivo, ha permesso di fotografare una discreta situazione in termini di rispetto degli istituti legali e contrattuali nei confronti dei lavoratori addetti: solo un’azienda su quattro è risultata non in regola”.

“Molto basso in assoluto è risultato infine il numero di lavoratori minori di 18 anni: in tutto sono stati sentiti tredici ragazzi fra i sedici e i diciotto anni, tutti impiegati nei mesi estivi nel settore turistico alberghiero. Il dato se da un lato evidenzia che in questa provincia non si registra alcun fenomeno di sfruttamento del lavoro minorile, dall’altro testimonia come i giovani approccino al mondo del lavoro a un’età sempre maggiore”.

Altro aspetto da anotare: “Non si registrano casi di occupazione di lavoratori extracomunitari in stato di clandestinità: su diciotto lavoratori identificati durante i controlli, nessuno è risultato illegalmente presente sul territorio della Repubblica Italiana”.

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