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Cronaca

Operazione “Contatto” della Dda, in appello riviste decine di condanne

In serata il dispositivo di secondo grado nell'ambito del processo al clan gli inquirenti retto dalla figura di Michele Coluccia

LECCE – Sconti di pena e alcune assoluzioni, in appello, nel processo a carico di 51 imputati scaturito dall’operazione “Contatto” con indagini svoltesi fra il febbraio del 2013 e il giugno 2016, su presunte infiltrazioni mafiose a vari livelli, con il traffico di stupefacenti come attività prevalente, più casi di estorsioni, furti e detenzione di armi. Al vertice vi sarebbe stato Michele Coluccia. I proventi delle attività, almeno in parte, sarebbero stati impiegati utilizzati anche per il sostentamento dei detenuti e per influenzare e in qualche caso corrompere pubblici amministratori. Queste le accuse sostanziali formulate a suo tempo al sodalizio, con epicentro l’area di Galatina e Noha. L’inchiesta fu condotta dai carabinieri e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce.

Ora, dunque, la sezione unica penale della Corte d’appello di Lecce ha rivisto le pene per diversi fra coloro che erano stati giudicati colpevoli in primo grado. Giuseppe Antonaci, 56enne di Sogliano Cavour, già condannato a 14 anni e 8 mesi, riconosciute le circostanze attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti, s’è visto abbassare la pena a 10 anni, 8 mesi e 6 giorni di reclusione. Per lo stesso motivo, anche Alexsander Ballarino, 28enne di Noha, che aveva avuto 20 anni, s’è visto abbassare la pena, in questo caso a 16 anni e 26 giorni, così come Martina Beccarisi, 28enne di Galatina, passata da 1 anno e 4 mesi a 8 mesi e Massimo Candido, 47enne di Cutrofiano (da 16 anni e 4 mesi a 11 anni, 10 mesi e 6 giorni).

Nel caso di Pierluigi Carechino, 43enne di Sogliano Cavour, la pena è stata rideterminata da 9 anni e 2 mesi a 7 anni, con eliminazione della pena accessoria dell’interdizione legale e la sostituzione dell’interdizione perpetua ai pubblici uffici con quella di cinque anni e con il riconoscimento del vincolo della continuazione con un'altra condanna a 5 anni. Cristian Carluccio, 33enne di Surbo, già condannato a 5 anni, ha visto invece una lieve riduzione, a 4 anni e 8 mesi, sempre con eliminazione dell’interdizione legale e la sostituzione dell’interdizione perpetua ai pubblici uffici con quella di cinque anni.  Anche per Ivano Cascione, 40enne di Sogliano, rideterminazione della pena, da 6 anni a 5 anni, 5 mesi e 10 giorni con eliminazione dell’interdizione legale e la sostituzione dell’interdizione perpetua ai pubblici uffici con quella di cinque anni. Nel caso di Alessandro Cianci, invece, assoluzione per non aver commesso il fatto in due capi in cui era presente e pena rideterminata, per le imputazioni residue, a 2 anni e 2 mesi, più 600 euro di multa, con eliminazione della pena accessoria.

Diversa la vicenda per Michele Coluccia, 61enne di Noha, che ha visto fissare la pena in aumento di 2 anni, per un totale di 18 anni di reclusione (sono stati unificati per continuazione i fatti riguardanti l’operazione “Contatto” con altri già giudicati nel 2005, ovvero l’operazione “Grifone”, con pena comunque già scontata; per “Contatto” aveva preso 8 anni). Domenico Dell’Avvocata, 27enne di Cutrofiano, invece, che aveva avuto 6 anni e 2 mesi, ha visto l’assoluzione per non aver commesso il fatto in tre capi in cui era presente e la pena è stata rideterminata in 4 anni, 5 mesi e 10 giorni per l’imputazione residua, con eliminazione dell’interdizione legale e la sostituzione dell’interdizione perpetua ai pubblici uffici con quella di cinque anni. Giuseppe De Matteis, 33enne di Corigliano d’Otranto (4 anni e 10 mesi in primo grado) assolto per i due capi contestati, per non aver commesso il fatto in uno e perché il fatto non sussiste nell’altro. Luigi De Matteis, 37enne di Corigliano d’Otranto, (5 anni e 2 mesi in primo grado), ha visto ridursi la pena in 4 anni, 11 mesi e 10 giorni, più eliminazione dell’interdizione legale e la sostituzione dell’interdizione perpetua ai pubblici uffici con quella di cinque anni.

Gabriele Antonio De Paolis, 44enne di Noha, che aveva avuto in precedenza 6 anni e 4 mesi, ha visto una riduzione a 5 anni con eliminazione dell’interdizione legale e la sostituzione dell’interdizione perpetua ai pubblici uffici con quella di cinque anni. Ugo Donno, 30enne di Corigliano d’Otranto, è stato assolto da uno dei capi perché il fatto non sussiste e, per le residue imputazioni, passa da 4 anni iniziali a una pena totale di 2 anni e 2 mesi, più 600 euro di multa con eliminazione della pena accessoria. Lieve riduzione di pena per Francesco Epifani, 47enne di Cutrofiano, da 9 anni e 6 mesi a 9 anni, cinque mesi e 10 giorni.  Giordano Epifani, 45enne di Corigliano d’Otranto, passa invece da 11 anni e 4 mesi in primo grado a 7 anni, 8 mesi e 6 giorni di reclusione.

Pena ridotta anche per Lorenzo Frassanito, 64enne di Sogliano Cavour, da 3 anni e 4 mesi a 2 anni e 4 mesi più 500 euro di multa, con eliminazione della pena accessoria. Rosario Frassanito, 51enne di Sogliano Cavour, già condannato a 8 anni, ha ricevuto uno sconto a 4 anni e 6 mesi, con eliminazione delle pene accessorie, con assoluzione per uno dei capi contestati per non aver commesso il fatto. Assoluzione per non aver commesso il fatto anche per uno dei capi contestati ad Angelo Greco, 49enne di Sogliano Cavour, con eliminazione del relativo aumento di pena, scendendo così la condanna dai 7 anni originari agli attuali 6 anni e 10 mesi. Andrea Icaro, 40enne di Cutrofiano, condannato in primo grado a 6 anni e 2 mesi, ha avuto uno sconto, passando a 5 anni e 10 mesi, più eliminazione dell’interdizione legale e la sostituzione dell’interdizione perpetua ai pubblici uffici con quella di cinque anni.

Rocco Longo, 53enne di Cutrofiano, in primo grado condannano a 10 anni e 10 mesi, ha visto un sostanzioso abbassamento della pena a 7 anni, 1 mese e 3 giorni. Rudy Lubelli, 30enne di Frigole, già condannato a 6 anni e 8 mesi ha visto assottigliarsi la pena a 4 anni, 9 mesi e 10 giorni, con eliminazione dell’interdizione legale e la sostituzione dell’interdizione perpetua ai pubblici uffici con quella di cinque anni. Sconto (lieve) anche per Maurizio Maggio, 25enne di Sogliano Cavour, da 5 anni e 10 mesi a 5 anni, 7 mesi e 10 giorni, ma comunque con eliminazione dell’interdizione legale e la sostituzione dell’interdizione perpetua ai pubblici uffici con quella di cinque anni.

Vi è poi il caso di Luca Marzo, 55enne di Corigliano d’Otranto, condannato in primo grado a 6 anni; la Corte ha dichiarato il non doversi procedere per un capo d’accusa, poiché l’azione penale non doveva proprio iniziarsi (rilevata la violazione dell’articolo 414 del codice di procedure penale, sulla riapertura delle indagini), con riduzione della pena a 5 anni, 3 mesi e 10 giorni, eliminazione dell’interdizione legale e la sostituzione dell’interdizione perpetua ai pubblici uffici con quella di cinque anni. Riduzione di pena anche per Arcangelo Mengoli, 32enne, da 6 anni e 2 mesi a 5 anni, 7 mesi e giorni, con eliminazione dell’interdizione legale e la sostituzione dell’interdizione perpetua ai pubblici uffici con quella di cinque anni.

Nel caso di Andrea Ignazio Monreale, 34enne di Sogliano Cavour, già condannato a 6 anni e 2 mesi, la Corte ha dichiarato il non doversi procedere per uno dei capi, essendo già stato giudicato per lo stesso fatto nel 2015, con riduzione della pena a 5 anni, 9 mesi e 10 giorni ed eliminazione dell’interdizione legale e la sostituzione dell’interdizione perpetua ai pubblici uffici con quella di cinque anni.  Assolto Cosimo Paglialonga, 56enne di Collepasso, perché il fatto non sussiste (1 anno e quattro mesi in primo grado). Assolto anche Emiliano Pedone, 44enne di Sogliano Cavour, da uno dei capi d’imputazione, perché non aver commesso il fatto, con pena ridotta a 9 anni e 6 mesi da 13 iniziali. Per Marco Pepe, 35enne (9 anni e 4 mesi in primo grado), unificando i fatti in oggetto con quelli già giudicati nel 2016, la pena complessiva è stata determinata in 17 anni e 8 mesi.

Nel caso di Danilo Piscopo, 40enne di Cutrofiano (8 anni e 8 mesi in primo grado), pena ridotta a 5 anni, 4 mesi e 22 giorni, con eliminazione dell’interdizione legale e la sostituzione dell’interdizione perpetua ai pubblici uffici con quella di cinque anni. Salvatore Solombrino, 64enne, di Castrignano de’ Greci, già condannato a 10 anni e 10 mesi, è stato assolto da un capo d’imputazione perché il fatto non sussiste e riqualificato un reato, con pena rideterminata in 3 anni e 4 mesi, più 18mila euro di multa, con eliminazione dell’interdizione legale e la sostituzione dell’interdizione perpetua ai pubblici uffici con quella di cinque anni. Piero Tramacere, 54enne di Corigliano d’Otranto, da 1 anno (con pena sospesa) è passato all’assoluzione perché il fatto non sussiste. Antonio Vecchio, 39enne di Sogliano Cavour, che in primo grado aveva preso 5 anni e 8 mesi, ha visto ridurre la pena a 5 anni, 1 mese e 10 giorni di reclusione, con eliminazione dell’interdizione legale e la sostituzione dell’interdizione perpetua ai pubblici uffici con quella di cinque anni.

Per tutti gli altri coinvolti, la sentenza è stata confermata (qui l’articolo sul processo di primo grado). Nel collegio difensivo, fra gli altri, gli avvocati Carlo Martina, Massimo Manfreda, Francesco Vergine, Donato Sabetta, Luigi Greco, Giuseppe Presicce, Dimitry Conte, Francesca Conte, Luigi Corvaglia, Alexia Pinto, Alessandro Costantin Dal Sant, Michelangelo Gorgoni e Pantaleo Cannoletta.

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