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Cronaca

Incuranti di essere positivi al Covid-19 organizzano una festa. E piomba la polizia

Denunciati quattro coinquilini che abitano in un appartamento del quartiere Rudiae. La chiamata al 113 da parte del vicinato, spazientito per la musica a tutto volume nel cuore della notte. Ma all'arrivo, si è scoperto l'assurdo: i residenti erano tutti infetti e in quarantena

LECCE – Quattro su cinque conviventi nello stesso appartamento risultano positivi al Covid-19, ma l’infezione non è stata certo da ostacolo quando si è trattato di organizzare una festa. Noncuranti delle potenziali conseguenze, hanno ospitato in casa diverse persone, per ore, fino a vedersi poi piombare all’improvviso la polizia quando ormai si erano fatte le 4,30 del mattino.   

L’intervento risale ad alcuni giorni addietro e ora sono scattati i provvedimenti, vale a dire le denunce per i noncuranti festaioli organizzatori di quello che potrebbe definirsi un grottesco Covid party. Si tratta di due donne e due uomini, di età compresa tra i 25 ed i 40 anni, che convivono in un immobile del quartiere Rudiae.

I poliziotti delle volanti sono intervenuti in casa su segnalazione di alcuni residenti nelle vicinanze, ormai esausti per la musica che pompava dalle casse a tutto volume nel cuore della notte rimescolato a risate e vociare continuo. Quando i poliziotti hanno raggiunto lo stabile “incriminato”, la musica era stata interrotta e la situazione era di apparente tranquillità. Apparente, appunto, perché è evidente che in casa dovessero aver notato l’arrivo della volante. Gli stessi agenti, infatti, sono riusciti a scorgere un gruppetto di cinque o sei persone che si stavano allontanando in fretta proprio da quell’abitazione.

Al termine delle verifiche, non solo è stato accertato come effettivamente quattro coinquilini su cinque avessero organizzato una festa (un altro non era presente in casa) e quindi consentito ad altri di sostare per ore, ma che addirittura risultassero positivi al contagio. I riscontri ottenuti dal Dipartimento di prevenzione e igiene dell’Asl di Lecce, infatti, hanno permesso di accertare lo stato di isolamento disposto con provvedimenti datati 13, 16 e 20 settembre scorsi.

I quattro sono stati quindi denunciati alla Procura per il reato previsto dal Testo unico delle leggi sanitarie che punisce “chiunque non osserva un ordine legalmente dato per impedire l’invasione o la diffusione di una malattia infettiva dell’uomo”. La pena può comportare l’arresto da tre a diciotto mesi e un’ammenda da 500 fino a 5.000 euro.

All’interno della stessa abitazione, come detto, è risultata dimorare una quinta persona, sottoposta a quarantena fiduciaria con sorveglianza attiva. L’uomo, però, in occasione del controllo, non è stato trovato all’interno dell’immobile, ma non essendo positivo al Covid-19, non risponde penalmente della condotta. La posizione di tutti (compreso il quinto, dunque) sarà vagliata per l’applicazione delle sanzioni amministrative previste dai Decreti legge che si sono susseguiti in tema di contenimento della pandemia.

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