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Cronaca Centro / Viale XXV Luglio

Prefettura in fiamme? Macché: vigili del fuoco chiamati per cambio di bandiere

L'intervento sul palazzo della Prefettura. Diversi lettori hanno telefonato in redazione, temendo che vi fosse un pericolo. In realtà stavano svolgendo un'operazione di routine. E ci s'interroga sull'opportunità di chiamare i pompieri e di farlo in una fascia oraria di traffico già caotico

Lecce – Incuriositi e anche un po’ preoccupati, qualora fosse accaduto qualcosa di grave, diversi cittadini hanno chiamato in redazione. Hanno chiesto lumi sul perché, nel vivo della mattinata (intorno alle 10), i vigili del fuoco si trovassero con un mezzo così imponente come l’autoscala, solitamente impiegata per i salvataggi delle persone in pericolo nei palazzi in fiamme, davanti all’ingresso principale della Prefettura. Nelle vicinanze, anche polizia municipale e agenti della questura. Insomma, il dispiegamento delle grandi occasioni, di quelli che ricordano gli interventi più drammatici, e per giunta in via XXV Luglio, in pieno centro.

Tutto questo, sotto gli occhi dei passanti intrigati nel trovarsi davanti ad un possibile episodio di cronaca nera, ma anche fra code di auto impazzite, clacson a raffica, qualche piccolo tamponamento, e mezzi del filobus costretti per l’occasione a viaggiare a gasolio, e non alimentati da quegli orrendi cavi elettrici che hanno tagliato a scacchiera il cielo sulla capitale del barocco. E che però, dicono, hanno il vantaggio di non inquinare.

Nessun pericolo, comunque: il palazzo del Governo non era in fiamme, né c’erano persone intrappolate e nemmeno felini traballanti sul cornicione. I vigili del fuoco stavano “solo” cambiando le bandiere sul prospetto principale. Nessun pericolo, ma molta perplessità. Questo sì. L’orario per l’intervento forse non è stato dei migliori. Nel primo pomeriggio si sarebbe creato meno disagio, in un’arteria che già di suo si fa notare per il caos, alimentato anche dalla scarsa eleganza alla guida di parte degli automobilisti leccesi, quelli che, nella mischia di lamiere, decidono di passare indifferenti lungo la corsia preferenziale (infondendo all’aggettivo preferenziale un significato molto personale, del tipo: “Così preferisco fare”).

Senza considerare, ed è questo il punto, l’opportunità nel richiedere un mezzo dei vigili del fuoco per una simile incombenza, per giunta al primo piano di un palazzo e non certo al decimo. Per carità, in caso di emergenza, le bandiere sarebbero rimaste a mezz’asta, e via, verso la casa in fiamme. Ed è vero anche che l’intervento, in fin dei conti, è stato svolto da dipendenti del ministero dell’Interno (che questo sono i vigili del fuoco) a favore di un palazzo governativo. Ma non c’è davvero alternativa, si sono chiesti in molti, nella scelta della fascia oraria e degli uomini? Non avrebbero potuto svolgere quel compito, semplicemente, comuni e pur bravi operai, con una scala telescopica da ferramenta, senza obbligare i già indaffarati vigili del fuoco a fare pure una sorta di acrobazia in elevazione per non tranciare i cavi del filobus?   

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