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Cronaca

Tragedia dopo il rave, autopsia non scioglie i dubbi sulla morte della ragazza

Dall'esame autoptico seguito oggi pomeriggio dal medico legale non sono emersi elementi utili a stabilire cosa abbia provocato il danno cerebrale che ha causato il decesso della giovane donna. Bisognerà gli esiti degli esami istologici e tossicologici

LECCE – L’autopsia non ha sciolto i dubbi legati alla morte di Dalila Coluccia, la ragazza di 22 anni di Cerfignano (frazione di Santa Cesarea Terme), tragicamente deceduta giovedì 17 ottobre nel reparto di Rianimazione dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, dove era giunta già in coma alle prime luci dell’alba di domenica 13 ottobre. La 22enne era stata soccorsa solo al termine del rave party illegale cui aveva partecipato, in una masseria lungo via Adriatica, sulla strada che conduce verso la marina di Torre Chianca. 

Dall’esame autoptico, eseguito oggi pomeriggio dal medico legale Alberto Tortorella, non sono emersi elementi utili a stabilire cosa abbia provocato il danno cerebrale che ha causato il decesso della giovane donna. Bisognerà dunque attendere gli esiti degli esami istologici e soprattutto di quelli tossicologici per avere un quadro più preciso della vicenda e stabilire le cause che hanno condotto prima al coma e poi al decesso. S’ipotizza, infatti, che la giovane abbia subito gli effetti nefasti di un mix di alcool e sostanze stupefacenti. Dall’autopsia è comunque emerso che la ragazza era in buone condizioni di salute e non soffriva di patologie pregresse.

Il sostituto procuratore della Repubblica di Lecce, Francesca Miglietta, titolare del procedimento, ipotizza a carico di ignoti i reati di morte come conseguenza di altro reato (ovvero, la cessione di droga) e omissione di soccorso. Quest’ultimo reato emerge dal fatto che non sarebbero stati chiamati medici e infermieri nei giusti tempi che avrebbero forse consentito di sperare in un esito migliore. Il cervello è quindi andato in ipossia.     

Numerose le persone informate sui fatti già sentite dagli agenti della squadra mobile di Lecce: si tratta una quindicina di giovani, fra i 20 e i 30 anni. Tutte persone presenti in quel momento almeno alla parte finale del rave e che avrebbero assistito ad alcune fasi di quanto avvenuto. Per ora, però, non vi sono indagati. Si indaga, in particolare, negli ambienti delle feste e dei rave party. Gli inquirenti stanno passando al setaccio nomi, ipotesi e circostanze utili a chiarire le fasi che hanno portato a una tragedia che ha distrutto un’intera comunità. 

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