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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Reddito di cittadinanza: dai figli inventati ai "poveri" con barca e 17 autoveicoli

Controlli a tappeto dei carabinieri in cinque regioni meridionali. Nella sola Puglia, oltre mille denunce, con il 7,5 per cento dei percettori verificati che non sono risultati in regola. Tanti i casi persino curiosi, fra cui alcuni in provincia di Lecce, in particolare a Collepasso e ad Aradeo. C'è persino chi "dimentica" di avere un coniuge

LECCE – Quanti sono i furbi che percepiscono il reddito di cittadinanza e poi hanno, magari un tenore di vita da nababbi, con Ferrari, barche, autonoleggi con parchi auto enormi? Oppure, non potrebbero beneficiarne perché sottoposti a misure cautelari per fatti anche molto gravi, e che tuttavia riescono a ottenere il sussidio?

La stima potrebbe essere più alta di quanto si creda. Basti pensare che nella sola Puglia, a fronte di 104.137 nuclei familiari che percepiscono il sussidio, su 16.571 famiglie controllate (per un totale di 39.409 individui) sono emerse 1.251 irregolarità, pari, cioè, al 7,5 per cento. La verifica, a tappeto, è stata eseguita tra il 1° maggio e il 17 ottobre dai carabinieri del Comando interregionale “Ogaden”, i quali hanno giurisdizione su Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata. In supporto, anche il Comando carabinieri tutela del lavoro.

In Puglia oltre mille denunciati

Dunque, restando nella sola Puglia, le denunce sono state 1.055. Fra i vari soggetti, 379 erano già noti alle forze dell’ordine e dodici, in particolare, per gravi reati associativi. Tra i deferiti, il 56,4 per cento sono risultati uomini (595) e il restante 43,6 per cento donne (460). Andando a guardare ancora più a fondo, il 62,8 per cento dei deferiti sono stati cittadini italiani (663) e il restante 37,2 per cento di nazionalità straniera (392). Al termine degli accertamenti, si è conteggiata un’indebita percezione di 5 milioni 468mila 784 euro.

Andando, poi, a sommare i dati delle altre quattro regioni meridionali su cui si è posata la lente d’ingrandimento dei carabinieri (appunto, Campania, Abruzzo, Molise e Basilicata, sono state 4.839 le irregolarità riscontrate, il 12 per cento dei 38.450 nuclei familiari controllati per un campione di 87.198 persone. Di questi soggetti, ben 1.338 sono, peraltro, già noti alle forze dell’ordine e, 90 in particolare, “vantano” condanne o precedenti per gravi reati di tipo associativo. Quasi 20 milioni di euro l’ammontare della cifra complessiva indebitamente percepita.

I figli inventati e il povero con la barca

Alcune vicende sono davvero singolari, potrebbero persino muovere al sorriso. Soffermandosi sul Salento, per esempio, come riporta la nota stampa dell’Arma, a Collepasso un soggetto ha dichiarato la presenza nel proprio nucleo familiare di sei minori stranieri. Peccato non fossero mai stati censiti in quel comune. Inoltre, non avevano alcun vincolo di parentela e l’indicazione dei dati anagrafici risultava priva del luogo di nascita e della nazionalità.

Sempre a Collepasso, una coppia ha inserito nel proprio nucleo familiare la presenza di altri familiari. Si tratta di persone residenti in Germania. Ad Aradeo, invece, un individuo, oltre a essere sottoposto ai domiciliari, è risultato intestatario di una grossa imbarcazione da diporto.

La donna che "dimentica" di essere sposata

Ed ecco altre storie, sempre in salsa pugliese. A Santeramo in Colle, provincia di Bari, una donna è stata segnalata all’autorità giudiziaria perché si era “dimenticata” di indicare non solo la targa o l’estremo di registrazione di un veicolo di proprietà, ma addirittura il coniuge. I carabinieri in questo caso hanno appurato che la donna, pur di percepire il reddito di cittadinanza, aveva richiesto la residenza anagrafica in una via di Santeramano che altro non era lo stesso appartamento in cui domiciliava e risiedeva il marito. In sostanza, un unico appartamento, con due ingressi diversi.

Male in arnese, ma con diciassette auto

A Taranto, invece, è stato individuato un 71enne disoccupato che percepiva il reddito di cittadinanza pur essendo il proprietario, con la moglie e al figlio conviventi, di ben diciassette autovetture e di una motocicletta, tra cui una Bmw, una Mini Cooper, tre Jeep, due Smart e una Kawasaki Ninja. A Talsano, sempre in provincia di Taranto, un fruitore del beneficio risultava proprietario di quattro veicoli, di cui due di lusso. Inoltre un percettore del reddito faceva parte di un nucleo familiare che, nell’ultimo triennio, aveva dichiarato rispettivamente redditi pari a euro 324mila, 143mila e e 164mila euro.

A Bari Palese un noto pluripregiudicato (arrestato il mese scorso per furto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare) aveva richiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza nonostante fosse colpito da sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Aveva omesso di comunicare l’esistenza della misura di prevenzione a suo carico. A San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi, un anziano esponente di rilievo della Sacra corona unita, omettendo di comunicare di essere sottoposto alla misura della detenzione domiciliare, è riuscito a sua volta a percepire il reddito di cittadinanza.

Tornati in patria, rientravano per prendere i soldi

Infine, fra Canosa di Puglia e Trinitapoli (Bat) le irregolarità emerse hanno riguardato cittadini stranieri sia comunitari, sia extracomunitari, che hanno falsamente dichiarato di riunire il requisito della residenza in Italia da oltre dieci anni, risultando in realtà presenti da periodi molto più brevi, o addirittura già cancellati all'anagrafe poiché irreperibili da anni, ma artatamente ricomparsi e riscritti soltanto ai fini della presentazione della domanda tesa a ottenere il reddito di cittadinanza.

Altri ancora, una volta ottenuto il reddito sono stati cancellati dall'anagrafe comunale poiché resisi irreperibili o rientrati nel proprio Paese di origine, tornando in Italia circa una volta al mese esclusivamente per spendere e monetizzare quanto indebitamente percepito. Vi sono stati anche casi di numerosi soggetti che hanno dichiarato di far parte di nuclei familiari composti da 15-20 persone che asserivano fossero residenti nella stessa abitazione, ma in realtà per l'anagrafe irreperibili o inesistenti.

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