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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Via Carlo Russi

Morsi e coltellate, quattro feriti e arrestati per rissa. E in una Twingo c'era una pistola

Scene di pura follia a pochi metri dall'ex Convitto Palmieri. Coinvolti un leccese armato di coltello, un nigeriano con martello, una cubana che aveva anche un'arma modificata in un' auto rubata e un'algerina. All'origine forse motivi legati alla prostituzione. Ed è caccia agli altri individui coinvolti

LECCE - Via Duca degli Abruzzi e la parallela via Carlo Russi. E poi, il tratto finale di via Benedetto Cairoli. Poco più in là, viale Oronzo Quarta, via Don Bosco, le altre strade e stradine semicelate sotto fronde di alberi o nascoste dalle mastodontiche spalle del palazzo della Camera di commercio, a due passi dalla stazione ferroviaria.

Spicchi di città dove ogni notte, sotto la luna, si accendono paura ed esasperazione dei residenti. Chi abita qui è in ebollizione ormai da anni. Nella migliore delle ipotesi ci si può imbattere in ubriachi riversi sui marciapiedi o che urinano sui muri. Sempre più frequenti sono le risse, alimentate anche dai fumi dell'alcool. E che degenerano con troppa facilità negli accoltellamenti.

Varchi oltre i quali si schiude il fascino barocco del centro storico, di notte prostituzione e spaccio prendono il sopravvento e i posteggiatori abusivi si sostituiscono ai parcometri. Questura e Comune fino ad oggi hanno arginato come possibile. Pattugliamenti sempre più simili a rastrellamenti, arresti e denunce, e botte di ordinanza del sindaco.

Finora è servito a poco.

In alcuni punti le telecamere sorvegliano a ogni ora i movimenti, ma l'arroganza è tale che in tanti, troppi, non provano inibizione nemmeno di fronte agli "occhi elettronici" o al pensiero che gli uffici di polizia sono davvero lì, a soli due isolati di distanza.

Questo è il quadro notturno di via Duca degli Abruzzi e dintorni. Tutto già noto, tutto già visto. Ma il film andato in onda oggi, sotto l'abbacinante luce di mezzogiorno, in mezzo al passaggio di leccesi e turisti italiani e stranieri seduti ai tavolini di bar e ristoranti, supera ogni singolo episodio di cronaca fin qui narrato da questa e altre testate.

Quanto avvenuto oggi, fra lame scintillanti, colpi di martello, schizzi di sangue, pistole nascoste nelle auto, deve indurre a una riflessione profonda, perché è il sintomo di una situazione esplosiva, il chiaro messaggio che è necessario affrontare la questione di petto, una volta per tutte, e sforzarsi di trovare una soluzione vera e risolutiva, fosse anche drastica, come la chiusura forzata di alcuni locali in particolare, diventati punti di ritrovo abituali.

Lecce ha altre ambizioni che farsi mettere sotto i piedi di una delinquenza becera e cieca, da una violenza sporca e nociva per un'immagine già macchiata da mille altre problematiche. Lecce non è neanche una metropoli, dove interi quartieri sono in mano alla criminalità organizzata e non ci passa nemmeno l'esercito con i carri armati.

Colpi proibiti in una via del centro

LA FOLLE RISSA, LE ARMI, LE INDAGINI

Quattro feriti, altrettanti arresti, sotto gli sguardi sgomenti dei passanti. Una rissa con decine di persone coinvolte, trascinatasi per metri e metri. E una telefonata dietro l'altra ai numeri d'emergenza. Le prime a raggiungere il posto, nello slargo fra via Ferrante Caracciolo, via Carlo Russi e via Benedetto Cairoli, proprio all'ingresso del borgo antico, sono state due agenti in forza alla polizia locale.

Natasha Christian, algerina, 24enne e Francesco Rollo, 23enne, leccese, stavano ancora litigando furiosamente. E nonostante un'appariscente ferita al braccio e la presenza delle divise, che avrebbe quantomeno dovuto suggerire prudenza nelle azioni, la ragazza stava continuando a tirare per la cinta dei pantaloni il 23enne, a sua volta armato di un coltello con lama di 6 centimetri. Una situazione complicata e molto rischiosa. Ecco perché le due agenti hanno richiesto il supporto di una volante di polizia.

I due alla fine sono stati bloccati, ma in realtà il "bello" doveva ancora venire. Perché nel frattempo sono balzati sulla scena Veronica Guilbert, cubana di 37 anni, e Chukwuka Obbi, nigeriano 25enne, già gonfi di ferite e contusioni. Chiara avvisaglia che avevano in precedenza partecipato alla zuffa e che stavano tornando alla carica.

Tale lo stato d'animo, che nemmeno la presenza delle forze dell'ordine li ha fatti desistere. Davanti a tutti, si sono scagliati contro i primi due fermati. E sono state di nuovo botte da orbi, senza esclusione di colpi, persino morsi, come quello subito in pieno volto da Veronica Guilbert. Gli agenti sul posto sono stati costretti a chiamare altri equipaggi, e in breve l'intero trivio si è riempito di altre volanti, altra polizia locale, carabinieri del nucleo radiomobile, e immancabili operatori del 118. Per bloccare i quattro sono state necessarie tutta l'energia e la freddezza possibili.

La ciurma è stata quindi trasportata in ospedale a più riprese da varie ambulanze. Rollo è stato medicato per i segni lasciati dai morsi e dai graffi. La donna cubana, per quella zannata a uno zigomo ed escoriazioni. A Natasha Christian sono stati applicati alcuni punti di sutura per il taglio provocato dal coltello, ed è stata e giudicata guaribile in otto giorni. Il nigeriano ha riportato ferite e contusioni per cinque giorni.

Una volta tornata la calma, i poliziotti hanno iniziato a perquisire le auto riconducibili ad alcuni dei rissanti. In quella di Obbi è stato sequestrato un martello (forse usato in precedenza, all'inizio della zuffa) mentre a bordo di un'altra, una Renault Twingo, dalla quale era uscita poco prima Natasha Christian, è stata recuperata una borsa. Dentro, una pistola senza tappo rosso e modificata nelle caratteristiche costruttive.

Che la donna pochi minuti prima si trovasse in quell'auto, lo si è scoperto grazie alle telecamere del sistema di videosorveglianza. Le quali hanno dimostrato anche altro, e cioè come la lite fosse iniziata in via Duca degli Abruzzi e che a parteciparvi fossero state almeno una decina di persone (molte delle quali evidentemente fuggite all'arrivo dei primi agenti), per poi proseguire qualche più avanti, nello slargo di via Cairoli.

Il quadro d'insieme non è ancora chiaro, molte tessere devono ancora entrare nel mosaico, ma, secondo le prime ipotesi investigative all'origine potrebbero esservi motivi collegati all'esercizio della prostituzione da parte delle due donne.

Di certo, dopo il pronto soccorso dell'ospedale Vito Fazzi, la "gita" è continuata negli uffici di polizia. Il pubblico ministero di turno, Roberta Licci, concordando con le conclusioni delle volanti e della polizia locale, ha disposto l'arresto per tutti con l'accusa di rissa aggravata.

Veronica Guibert risponde anche di ricettazione: la Twingo in suo possesso è risultata rubata. E' accusata anche di minacce gravi, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale e porto di arma impropria.

In queste ore, però, la polizia sta svolgendo altre perquisizioni e sopralluoghi. Le indagini, insomma, continuano sia per ricostruire ogni singolo dettaglio, sia per individuare altri individui coinvolti. Tutto questo mentre la città reclama una soluzione a un problema che sta diventando insostenibile. Prima che ci scappi il morto. Oggi c'è mancato poco.

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