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Cronaca Leuca / Via di Leuca

Già in cella per rapina, autore anche di uno scippo. Ed è il secondo arresto

Francesco Bettoli, leccese 41enne, in carcere per l'assalto alla pizzeria "Rosetta", risponde anche di furto con strappo a una donna

LECCE – Già in carcere dopo essere stato arrestato in flagranza per la rapina consumata ai danni della pizzeria “Rosetta” di via Leuca, avvenuta la sera del 7 febbraio scorso, ora i guai per Francesco Bettoli, 41enne di Lecce, raddoppiano. Proprio nel penitenziario di Borgo San Nicola, infatti, gli agenti della Squadra mobile gli hanno notificato una seconda ordinanza, emessa dal giudice per le indagini preliminari Cinzia Vergine, su richiesta del sostituto procuratore Maria Vallefuoco, e questa volta per un altro episodio, un furto con strappo furto avvenuto in precedenza, il 18 gennaio, sempre sua via Leuca, ai danni di una donna 52enne di Roma. La vittima era in quei giorni a Lecce, ospite di un bed and breakfast.

Proprio al b&b la 52enne stava rientrando, quella sera, intorno alle 20,30, dopo aver acquistato alcune pietanze d’asporto da una rosticceria, quando era stata sorpresa alle spalle da un soggetto vestito di scuro, con cappuccio calzato, il quale le aveva strappato lo zaino che aveva a tracolla. Dentro, telefono cellulare, effetti personali e un portafogli pieno di soldi, ben 310 euro. Tutto in seguito recuperato dagli agenti della Sezione volanti. L’autore, probabilmente, si era sbarazzato di tutto perché l’intervento della polizia era stato talmente rapido, da temere di essere colto quasi sul fatto. Meglio allora evitare di farsi ritrovare con la refurtiva addosso.

Nel quartiere scippi e rapine

L’arrivo della volante era stato così immediato perché nel quartiere Leuca, nei giorni precedenti, si erano verificati altri episodi di microcriminalità, fra ulteriori scippi a donne in quel momento sole, una rapina alla pizzeria “Mister Gastrò” e qualche tentativo di furto a esercizi commerciali. Una recrudescenza tale da indurre il questore Andrea Valentino a irrobustire i controlli nella zona. E ora, a farne le spese, è Bettoli, che non sarà forse l’autore di tutti gli episodi avvenuti nel periodo, ma il cui arresto dopo la rapina da “Rosetta” è servito da deterrente, perché da allora non sembra che si siano verificati altri casi di particolare gravità. Con nuova tegola, peraltro, che gli piove addosso, dopo questa seconda imputazione.

La sera dello scippo è accaduto questo: una volante si è imbattuta nella malcapitata che invocava aiuto, dopo essere anche caduta malamente per terra, senza però riportare – per fortuna – ferite tali da richiedere l’intervento del 118. Ma lo spavento era stato forte e, con questo, lo sconforto nel timore di non ritrovare mai più lo zaino con telefono, soldi ed effetti. Cosa, che, di solito, accade. Non quella sera, però. Perché Bettoli abita in un appartamento di una traversa a poche decine di metri di distanza da via Leuca, per cui, vedere le volanti (nel frattempo il dispositivo si era rinforzato con altri agenti) circondare la zona deve avergli messo una certa apprensione.  

Abita in zona, ma le telecamere l'hanno tradito

Si è detto che il giovane abita in zona. Nel quartiere il suo volto è anche abbastanza noto e si presume che egli stesso abbia una sorta di mappa mentale dell’area. Eppure, non si è dimostrato particolarmente avveduto (troppa sicurezza?), perché buona parte dell’azione, dal tallonamento iniziale della vittima, fino alla fuga, è stata immortalata dalle varie telecamere. Ci sono quelle della farmacia “Elia”, per esempio, che sono tornate molto utili agli investigatori, e diverse altre, anche private. Ma, l’aspetto più singolare, è che ve ne sono alcune persino nel condominio dove risiede. Insomma, un percorso tracciato da quando è uscito da casa, fino al rientro, che ha consentito agli investigatori di ricreare quasi il film dello scippo. Il riscontro della vittima, che ha riconosciuto sé stessa in alcune di quelle immagini e, grossomodo, anche le fattezze dell’assalitore, giusto il tocco finale.

Un aspetto interessante riguarda il recupero della refurtiva. Tramite una comune applicazione per rintracciare lo smartphone in caso di scomparsa, usato quella sera stessa dalla donna insieme con gli agenti delle volanti, il telefono è stato localizzato in via Giovanni Camillo Palma, una parallela di via Leuca che non dista molto dalla strada dove abita Bettoli. Qui ci sono, peraltro, alcuni stabili disabitati. E sempre qui, nascosto alla bell’e meglio, è stato trovato lo zaino con il cellulare e gli effetti personali. Il portafogli, invece, con i 310 euro, era sul ballatoio di una scala.

Togliere gli abiti, accorgimento inutile

Si presume che Bettoli si fosse nascosto lì, prendendo ciò che più gli interessava, il portafogli, salvo sbarazzarsene una volta intravisti i poliziotti per allontanarsi, non senza spogliarsi anche di alcuni indumenti: giubbino, cappellino e guanti. Ma, come detto, telecamere di sicurezza si trovano anche nello stabile dove abita. E se in uscita da casa è stato immortalato vestito nel modo in cui avrebbe compiuto lo scippo, al rientro è stato ripreso senza più alcuni degli indumenti, ovvero – la cosa che spicca di più – con addosso solo una felpa grigia con cappuccio abbassato, senza più il giubbino.  

Dopo l’intervento delle volanti è stata la mobile a chiudere il cerchio, rilevando una mole tale di elementi a carico di Bettoli, da indurre il sostituto procuratore a inoltrare richiesta di custodia cautelare (in questo caso ai domiciliari) visti i gravi indizi di colpevolezza. Ma lui, intanto, mentre le indagini proseguivano, era già finito in cella, perché un paio di settimane dopo ha pensato bene di colpire di nuovo nei pressi di casa, questa volta nella pizzeria “Rosetta”. Usando un paio di comune forbici e portando via 270 euro. Salvo essere inseguito dal titolare e poi acciuffato dalle volanti di polizia, quindi arrestato in flagranza per rapina aggravata. Ed è in carcere che, oggi, ha saputo di essere indagato anche per uno dei vari scippi avvenuti nel quartiere.

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