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Cronaca Centro / Via Umberto I

Ladri e vandali, il salotto buono della città si sente sotto costante assedio

Viaggio nel borgo antico: pub, trattorie, ma anche bottegai, tabaccai, b&b. In pochi sfuggono a furti e danni. Prende posizione anche Alfredo Prete

LECCE - I festosi ghirigori delle bianche facciate barocche, in una giornata luminosa, possono apparire rassicuranti. Qualche allegra comitiva di turisti chiude una cornice solo in apparenza idilliaca. Dietro la superficie di sculture rifinite in pietra molle come il burro e i sorrisi d’accoglienza ai visitatori, covano umani sentimenti di disagio e inquietudine.

In molti si sentono abbandonati

“Mi scusi se non la faccio accomodare, ma ci hanno da poco rubato la panchina”. Non è un battuta. Molti commercianti del centro storico si sentono abbandonati, vittime sacrificali di ladri, vandali, perdigiorno e mascalzoni. In perfetta contraddizione con la vicinanza alle sedi istituzionali. Palazzo dei Celestini e Palazzo Carafa non sono garanzia automatica di sicurezza. E si scopre che i furti nei locali più rinomati, solo di recente nel ristorante Torre di Merlino e nel pub Joyce, nei giorni precedenti nell’enoteca Mamma Elvira e nella trattoria San Carlino, giusto appena poco fuori la cerchia del borgo antico, nella storica taverna Le Zie (citando a memoria solo i casi più recenti), sono l’aspetto più vistoso di un fenomeno molto più esteso, che non risparmia nessuno.

Il furto nel pub e nell’antica osteria fa rumore, il ladro che s’intrufola nei piccoli templi che costellano e costruiscono il fenomeno della movida, porta con sé un carico di suggestione quasi scontato. Ma la verità è che nel centro storico anche chi ha una bottega di cartapesta e prova a dare continuità all’antica tradizione leccese, o sbarca il lunario con la dignità degli umili usando una bicicletta, non sfugge alle attenzioni della canaglia annidata in qualche angolo, pronta a uscire allo scoperto a ogni ora.

Video: i contributi di alcuni commercianti intervistati

Le sedi istituzionali non scoraggiano

Abbiamo fatto un giro nel borgo antico per parlare con alcuni commercianti e operatori, specie quelli più prossimi ai già citati palazzi, che ospitano sedi di Prefettura, Provincia, Comune, solo in teoria - viene da dire - aree più sorvegliate e quindi sicure. Infilando così, senza volerlo, il dito in un malessere di proporzioni inattese. Scoprendo, cioè, che non esiste quasi nessuno a cui non siano stati rubati  non solo soldi dalle casse, ma anche biciclette (a quanto pare il passatempo più diffuso), e ancora, fioriere, panchine, persino ombrelloni, come ricordano dalle botteghe di cartapesta “Carmen Rampino” e “Santacroce”. Portati via di sana pianta, impunemente, a volte sotto gli occhi delle videocamere.

Decine e decine di piccoli episodi. Presi singolarmente, magari poca cosa. Sommati, un’onda in piena. Un po’ il principio dello tsunami. E nemmeno le chiese sfuggono alla regola. Nella basilica di Santa Croce, uno dei biglietti da visita di Lecce, circa un mese addietro, sono state sottratti un paio di crocifissi. E lo chiamano il salotto buono della città.

Si chiede maggiore sorveglianza

Non mancano poi oscenità per strada, anche in pieno giorno, angoli un po’ più nascosti usati come orinatoi, borseggi. Così, anche dalla bottega, dalla tabaccheria e dal bed and breakfast, come nel caso di Michelangelo Mazzotta, o dalla salumeria, si sollevano voci di protesta. Chi chiede più sorveglianza, magari passaggi più frequenti del poliziotto di quartiere, chi coglie l’occasione, partendo da furti e vandalismi, per innescare altri discorsi.

L’artigianato, per esempio – come hanno ricordato dal Timbifricio Romano di piazzetta Castromediano, sta diventando componente minoritaria, a discapito di un food dilagante. Un po’ come a New York, Chinatown ha fagocitato nei decenni intere porzioni di Little Italy, facendola diventare sempre più little. E si chiedono allora, scelte diverse anche a livello amministrativo, per un migliore bilanciamento fra attività. Anche perché, se non arrivano le 20 di sera, in alcune zone de centro storico, di pomeriggio sembra di vivere in una sorta di coprifuoco. D’inverno, quando il buio cala prima, diventa addirittura opprimente.

Volti e luoghi del centro storico

Camera di commercio: "Un incontro sul problema" 

Pub derubati con vetrate sfondate e portoni scardinati, botteghe vandalizzate, esasperazione dilagante. Tutt’altro che esagerazioni. Tanto che persino il presidente della Camera di commercio, Alfredo Prete, ha preso posizione. Oggi, nella riunione della giunta camerale, oltre a esprimere solidarietà ai titolari delle attività commerciali e di ristorazione, in particolare quelle del centro storico, ha proposto di promuovere un incontro subito dopo le festività pasquali, coinvolgendo anche le associazioni di categoria e le istituzioni.

“Occorre stilare un piano di attività concordate e condivise”, ha affermato.  “E’ importate agire, ciascuno secondo le proprie competenze, per contrastare il dilagare di queste vere e proprie aggressioni che minano non solo i singoli imprenditori, già faticosamente impegnati a fronteggiare una non facile congiuntura, ma l’intera comunità. La città viene violata nel suo desiderio di legalità: ne conseguono danni pesanti allo slancio imprenditoriale ed all’immagine di un territorio che vede nella ormai nota movida leccese un punto di forza e promozione”.

“La valorizzazione dei centri storici è fondamentale per il rilancio economico: si tratta – prosegue Prete - di un aspetto che intendo approfondire ed affrontare operativamente anche con un respiro territorialmente più ampio, come presidente di Unioncamere Puglia; nei centri storici restano vivono le impronte architettoniche del nostro passato e le tradizioni artigiane ed enogastronomiche trovano la loro collocazione ideale anche sposando elementi innovativi. Sono luoghi di aggregazione positiva in termini sia culturali, sia economici. Pertanto – conclude - vanno assolutamente tutelati e, dove occorre, ripensati in termini di fruibilità ed infrastrutture ad essi connesse”.

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