Traffico illecito di rifiuti, chiesto il processo per 44 imputati e per una società
Si terrà il 14 giugno l’udienza preliminare per discutere la richiesta di rinvio a giudizio scaturita dall’operazione “All Black” che, lo scorso maggio, portò a tredici arresti in tutta Italia
LECCE - La Procura ha tirato le somme nel procedimento “All black” che, lo scorso maggio, portò allo scoperto un traffico illecito di rifiuti dalla “terra dei fuochi” al Salento: 600 tonnellate di spazzatura sarebbero state stoccate tra Lecce, Surbo e nel tarantino per poi essere bruciate o interrate.
Il pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Lecce Milto Stefano De Nozza, che ha condotto le indagini per tre anni con i carabinieri del Nucleo operativo ecologico e la Guardia di Finanza di Taranto, ha chiesto il processo per tutti e 44 gli indagati, residenti in diverse città di Italia, e per la società campana N.d.n. Ecorecuperi srl, produttrice di rifiuti, che secondo gli accertamenti avrebbe risparmiato costi per lo smaltimento pari a 100mila euro.
Si tratta di: Dario Anatrella, 52 anni, di Napoli, Abramo Argese, 56, di Palagianello (Taranto), Sergio Boi, 59, di Roma; Biagio Campiglia, 42, di San Pietro Al Tanagro (Salerno); Mauro Castellano, 49, di Taranto; Pasquale Coletta, 67, di Mottola (Taranto); Salvatore Coscarella, 76, di Cosenza; Nestore Coseglia, 55, residente a Marano di Napoli; Davide D’Andria, 50, di Taranto; Vincenzo De Pace, 58, di Taranto; Francesco Diana, 33, di Saracena (Cosenza); Angelo Di Chello, 53, di Gioia Sannitica (Cesa); Luca Di Corrado, 42, di Taranto; Giovanni Di Dio, 40, di San Vito dei Normanni (Brindisi); Annunziata Di Napoli, 57 anni, di Giuliano in Campania (Napoli); Massimiliano Ercole, 48, di Cosenza; Michele Falaschi, 52, di Valentano (Viterbo); Carmine Frascella, 40, di Taranto; Domenico Fusco, 58, di Cavaiano (Napoli); Gianandrea Gagliolo, 60, di Milano; Franco Giovinazzo, 51, di Siderno (Reggio Calabria); Luca Grassi, 48 anni, di Lecce; Vincenzo Iosca, 60, di Modugno (Bari); Giuseppe Lacriola, 41, di Molfetta (Bari); Antonio Li Muli, 51, di Palermo; Claudio Lo Deserto, 66, di Lecce; Salvatore Marotta, 43, di Taranto; Massimo Marra, 39, di Capurso (Bari); Valerio Marra, 58, di Alessano; Oronzo Marseglia, 57, di San Vito dei Normanni (Brindisi); Palmiro Mazzotta, 74 anni, residente a Surbo; Alfredo Messore, 61, di Caserta; Carmine Migliore, 43, di Nola (Napoli); Francesco Pizzolla, 45, di Statte (Taranto); Giuseppe Ratto, 60, residente a Ortisei (Bolzano); Leonardo Santeramo; 37, di Castellana Grotte (Bari); Matteo Scarcia, 35, di Taranto; Roberto Scarcia, 66, di Taranto; Demis Schiavone, 42, di Montemanaro (Avellino); Giovanni Spagnoletti, 44, di Bisceglie (Bari); Francesco Sperti, 57, di Manduria (Taranto); Giovanni Tagliente, 38, di Taranto; Giuseppe Trinchillo, 34, di Acerra (Napoli); Raffaele Venezia, 53, di Avellino.
In particolare, riguardo alla posizione dei tre uomini del Leccese che furono tra i tredici destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Alcide Maritati (dieci in carcere e tre ai domiciliari): Claudio Lo Deserto è accusato di aver fatto del gruppo che si occupava di ricercare, selezionare e sistemare i siti per l’attività illecita, sovraintendendo anche alle operazioni materiali di sversamento ed abbandono; Luca Grassi è il proprietario del terreno di pertinenza della Masseria Fasani dove finiva parte della spazzatura e che confessò durante l’interrogatorio di garanzia, ammettendo di aver agito così per bisogno di soldi, trovandosi in quel periodo ai domiciliari; Palmiro Mazzotta è indicato come l’uomo che avrebbe messo a disposizione del sodalizio il suo capannone.
L’udienza preliminare per discutere la richiesta di rinvio a giudizio si terrà il 14 giugno.
A difendere gli imputati ci penseranno, tra gli altri, gli avvocati Luigi Covella, Massimo Zecca, Luigi Rella, Salvatore Rollo, Michele Bonsegna, Gabriele Valentini, Ladislao Massari, Francesca Conte, Paolo Marseglia.