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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Prima ingegnere, poi figlio di avvocato: truffatore spilla soldi alle anziane

Due donne di 82 e 86 anni avvicinate da un soggetto che ha inventato storie di incidenti e cause per ottenere somme di denaro

LECCE - “Mantovani Roberto, per servirla”. O meglio, per truffarla. Prima ingegnere, poi figlio di un avvocato, in realtà, semmai abbia davvero una laurea, il sedicente signor Mantovani altri non è che un impostore.

Nome e cognome evidentemente inventati, in un solo giorno ha frodato un’anziana, tentando di fare lo stesso con un’altra donna che per fortuna ha capito all’ultimo il raggiro e che per di più è stata salvata anche da una seconda circostanza, l’arrivo, proprio in quel momento, di un commesso di un negozio di frutta.

Le truffe agli anziani sono uno dei fenomeni più odiosi, fanno leva di volta in volta su ingenuità, suggestioni, problemi mnemonici o di udito e paure di persone che spesso si ritrovano indifese di fronte all’aria autorevole che sanno assumere certi interlocutori strappati al palcoscenico e calati in strada.

Una delle vittime a essere adescata, ieri, è stata una donna di 82 anni. Intorno alle 12,30 stava passeggiando in via Guglielmotto d’Otranto, nel Quartiere Leuca, quando è stata avvicinata da un uomo successivamente descritto come un 50enne, ben vestito e dai modi gentili. Si trovava a bordo di un’auto di colore grigio ed era vestito con camicia celeste e pantalone chiaro. Ha dichiarato di essere “l’ingegner Mantovani Roberto”.

Dopo essersi presentato, il falso ingegnere ha comunicato alla donna di aver avuto poco prima un incidente stradale con il genero e di aver quindi diritto a un risarcimento di mille euro. L’anziana è apparsa dubbiosa, ha anche spiegato di non sapere nulla di un incidente “a Carlo”.

Furbo, il truffatore. Ha colto la palla al balzo sentendo quel nome che evidentemente non conosceva, quindi ha agguantato il cellulare e composto un numero. Lasciando ovviamente credere che dall’altra parte vi fosse proprio il genero. Ha fatto anche di più. Gliel’ha passato al telefono.

Dall’altra parte c’era davvero un interlocutore (chiaramente un complice), che le s’è rivolto in maniera confidenziale. La voce, però, non si riconosceva bene. La linea era disturbata. Tant’è: il finto Carlo l’ha invitata a fare quanto richiesto dal tal Mantovani. L’anziana non è apparsa rassicurata nemmeno dopo la chiamata, e tuttavia ha acconsentito. Accompagnata dal truffatore, si è recata in casa dove ha prelevato e consegnato, a titolo di anticipo, 500 euro in tagli da 50.

Una truffa ben congegnata ha anche bisogno di carte come tocco finale per infondere veridicità, e così il figuro ha rilasciato un Cid scarabocchiato e si è allontanato in fretta. E’ ovviamente bastata qualche verifica successiva per capire che il genero (grazie al cielo) non aveva fatto incidenti, ma lei, (ahimé), era stata turlupinata di sana pianta.

Il guaio è che circa un’ora e mezzo prima, altrove, in via Giusti, era avvenuta una circostanza simile. Un’altra donna, in quel caso di 86 anni, è stata avvicinata da un uomo in tutto e per tutto simile nelle descrizioni. Di mezza età, ben vestito, e a bordo di un’auto grigia. Identico anche il cognome, Mantovani. Diversa solo la parte impersonata: figlio di un avvocato. Con tono confidenziale, ha riferito che il padre stava seguendo una causa civile per conto del figlio della signora. Una causa vinta, per la precisione, per 3mila euro. E che però aveva anche necessità di un compenso per il legale, di 2mila euro, per aver avuto successo in tribunale.

Anche in questo caso, di fronte alle perplessità della donna, non proprio persuasa di trovarsi di fronte al figlio di un principe del Foro, ecco la sceneggiata della telefonata. Il tal Mantovani ha composto un numero di telefono, lasciando intendere che fosse quello del figlio della donna, ed ha passato la chiamata all’anziana. Manco a dirlo, anche in questo caso la comunicazione è apparsa disturbata, e tuttavia l’interlocutore è riuscito a rendere noti i fatti salienti: “Mamma è così, paga il compenso per l’avvocato”.

La donna, accompagnata dal sedicente figlio del legale, si è così recata a casa per prelevare un anticipo, ma, alla richiesta di 500 euro come anticipo, ha messo in chiaro di non disporre di una cifra simile. Solo in quel momento il truffatore ha mostrato un attimo di nervosismo. Colto dalla fretta di allontanarsi, le ha riferito con tono spazientito che sarebbe andata bene qualunque cifra.

L’86enne a quel punto ha intuito quanto già sospettava, che fosse tutta una macchinazione, e ha iniziato ad aver paura. La fortuna, però, ha volto definitivamente in suo favore quando si è sentito forte e chiaro il salvifico suono del campanello di casa. Era il commesso del negozio di frutta vicino che stava portando la spesa. E per non scivolare sulla fatidica buccia di banana, il figlio dell’avvocato Mantovani si è affrettato a percorrere le scale per svanire nel nulla.

Entrambi i casi son stati denunciati in questura. Ed è bene fare molta attenzione. Questi soggetti tornano spesso alla carica nel giro di pochi giorni con stratagemmi d’ogni genere.

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