Ex case minime, esplode una bombola di gas in uno degli immobili disabitati
Dopo la deflagrazione si è verificato un incendio. Sul posto i vigili del fuoco. Le palazzine di via Pozzuolo attendono da tempo di essere demolite per avviare la riqualificazione dell'area
LECCE – No, non sono iniziati i tanto attesi lavori di demolizione delle fatiscenti ex case minime di via Pozzuolo al quale seguirà la riqualificazione dell’area. Se questa mattina nel rione San Pio di Lecce si è udito un fragore è perché una bombola di gas, abbandonata all’interno di un appartamento disabitato è esplosa, provocando il cedimento di una parete e una fiammata che ha raggiunto il primo piano.
Si suppone che la bombola di gas sia stata portata in un momento imprecisato da alcuni fra i tanti senza fissa dimora che in queste palazzine trovano spesso riparo. Fatto piuttosto risaputo, tanto che nella primavere dello scorso anno vi fu anche uno sgombero. Per fortuna nell’edificio non c’era nessuno, per cui, danni a parte (con annessa esasperazione dei residenti), non vi sono stati ferimenti.
Sul posto questa mattina sono intervenuti vigili del fuoco dal comando di Lecce e volanti di polizia. Dopo l’esplosione si è innescato un incendio sul balcone che sorge al piano rialzato della palazzina. E, dopo aver spento le fiamme, i vigili del fuoco hanno appurato che il rogo era stato generato, appunto, dalla deflagrazione dovuta a una fuga di Gpl da una bombola, con le fiamme che hanno attecchito su alcuni vecchi indumenti. Alla fine è stato necessario demolire una parte del balcone, dato che pericolante, e mettere in sicurezza l’area. Sul posto anche un tecnico del Comune di Lecce.
La vicenda delle ex case minime è piuttosto complessa. Alla fine del febbraio scorso è stata approvata la delibera riguardante la demolizione di undici palazzine. Fino ad allora tutto era rimasto bloccato sia per il complicato trasferimento degli inquilini in nuovi alloggi, sia per l’indisponibilità di risorse finanziarie. Sembrava tutto risolto, insomma, ma per il momento tutto è fermo.
Sul caso interviene il Movimento regionale Salento cittadino che, tramite Savino Vantaggiato, rimarca il fatto che la situazione stia comportando “da ormai troppo tempo, una serie di conseguenze negative, come il degrado dell’ambiente circostante, problemi di sicurezza, proliferazione di attività illegali o il deterioramento delle proprietà vicine”. E accusa: “Questa amministrazione cerca di affrontare questa situazione con la classica tecnica del rimandare”.